INTERVISTE ELETTORALI – “Centrodestra o… la palude”

INTERVISTE ELETTORALI – Gaetano Quagliariello, candidato della coalizione di centrodestra nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo.

 

Quagliariello, cosa accadrà dopo il 4 marzo?  

“L’Italia ha un bivio davanti a sé. I numeri parlano chiaro: o ci saranno una maggioranza e un governo di centrodestra, o ci sarà la palude. O il Paese sarà governato dal centrodestra, o non sarà governato. E Dio solo sa quanto ci sia bisogno di un governo stabile e coeso. Anche quanti fra i nostri avversari tengono alla tenuta del sistema dovrebbero favorire il raggiungimento della maggioranza assoluta da parte dell’unico schieramento che ha la reale possibilità di conseguire questo risultato. Per questo, oggi più che mai, il voto per il centrodestra è un voto per l’Italia e, mi consenta, è anche un voto per l’Abruzzo”.

 

In che senso è un voto per l’Abruzzo?

 “Perché per l’Abruzzo non finisce qui. A queste elezioni politiche seguiranno le elezioni regionali, dal momento che D’Alfonso ha scelto la grande fuga verso Roma, e le premesse per una nuova stagione dovranno essere poste fin dall’appuntamento di domenica 4 marzo. L’Abruzzo deve tornare a fare sistema, deve essere riportato in equilibrio fra le sue diverse aree, deve archiviare la parentesi dei fondi europei non spesi, delle furbizie, delle inefficienze, degli egoismi. Deve ricostruire una filiera istituzionale, deve essere messo nelle condizioni di superare le grandi difficoltà che lo hanno colpito, deve ripartire. E per farlo ha bisogno di una rappresentanza credibile e autorevole”.

 

E perché ritiene che questo tipo di rappresentanza possa essere assicurata soltanto dal centrodestra?

 “Al di là della credibilità di persone e programmi, vorrei fare una notazione sulla campagna elettorale che si sta per concludere. Fra le tante storture, questo sistema di voto crea un legame autentico tra il candidato dell’uninominale e il suo collegio. Per questo si ha il dovere di metterci la faccia. Io l’ho fatto, e invito gli elettori a diffidare di chi si è nascosto dietro un simbolo e ha rifiutato il confronto al cospetto degli elettori. La sinistra è fuorigioco, la sfida è tra centrodestra e Movimento 5 Stelle, eppure in questa campagna elettorale mi sono sentito come una specie di ‘acchiappafantasmi’. Di me si sa chi sono, cosa ho fatto (errori compresi), cosa penso, quali sono le mie proposte per l’Abruzzo e per l’Italia. Non a caso le pagine web del M5S hanno pubblicato una specie di romanzo a puntate sulla mia vita. Cosa invece pensa la mia avversaria su economia, lavoro, sicurezza, immigrazione, centralità della persona, terremoto e ricostruzione, non è dato saperlo”.

 

Lei parla di Abruzzo, ma alcuni suoi avversari la accusano di essere un “paracadutato”: cosa risponde?

 “Rispondo semplicemente che non è vero. Non sono abruzzese ma la mia vita è molto legata all’Abruzzo. Per oltre otto anni ho vissuto e insegnato all’Aquila, all’università. Sono stato commissario del PdL nella straordinaria stagione della vittoria alle regionali e in quasi tutte le grandi città e le province. Ho un movimento politico che in Abruzzo è particolarmente radicato. Nel 2013 sono stato eletto in questa regione e non l’ho mai dimenticata, soprattutto nei momenti di difficoltà che non sono mancati. Ci sono a testimoniarlo gli atti parlamentari, le iniziative intraprese, le numerosissime visite documentabili, le tante persone incontrate faccia a faccia senza chiamare telecamere né cercare visibilità. Forse è di questo che i miei avversari mi accusano: di non aver cercato passerelle né riflettori. Me lo faccia dire: i paracadutati sono altri”.

 

A chi si riferisce?

“A quanti si sono presentati in un collegio uninominale, magari a Bolzano, e per essere certi dell’elezione si sono fatti candidare in cinque liste proporzionali (ogni riferimento a Maria Elena Boschi è assolutamente voluto). Personalmente non avrei avuto alcuna difficoltà ad avere una candidatura ‘di sicurezza’ nel proporzionale, ma ci ho rinunciato per scelta perché ritengo che in politica bisogna metterci la faccia e assumerci dei rischi. Sono tornato di fronte ai miei elettori con il bilancio del lavoro di una legislatura, e sarà il loro giudizio a decidere del mio futuro politico”.

 

Lei sostiene che i suoi avversari sono stati poveri di contenuti. Ci dice tre impegni che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale?

“Le dico due impegni che riguardano i contenuti e uno che riguarda i comportamenti. Ho presentato una legge organica su sicurezza sismica e ricostruzione post-terremoto frutto di un lungo lavoro di studio e approfondimento in collaborazione con il Politecnico di Torino. Ho predisposto un disegno di legge sulla valorizzazione delle aree montane e la riforma degli enti parco, contro lo spopolamento delle aree interne e per favorire il collegamento tra la montagna e la costa, affinché il parco sia al servizio dell’uomo e l’uomo non sia subordinato agli enti parco. E ho stretto un patto con L’Aquila e Teramo: aprirò una sede in entrambe le città, porterò qui una sezione della mia fondazione, renderò tangibile la mia presenza in questo territorio, perché se gli elettori lo vorranno io sarò il parlamentare del loro collegio e per me questo viene prima di qualsiasi obbligazione partitica”.