INTERVISTE ELETTORALI- E se vince la gregaria?

Le interviste di Rete8.it ai candidati abruzzesi. Cristiana Canosa, vice capolista del Pd sul Senato Proporzionale.

 

LE LACRIME ALL’ALBA – Inizia ad albeggiare al Nazzareno. Il sabato è già domenica, e i telefoni sono ancora roventi. Chiuso nella sua stanza al piano di sopra Matteo Renzi è sotto assedio. A minuti scenderà per l’atto finale: in Direzione si accenderà il semaforo rosso o quello verde su carriere, storie politiche e personali, stampate su un foglio excel che per l’Abruzzo è già compilato da diverse ore. Tra i più esagitati quella notte c’è Michele Emiliano: non ha ottenuto quasi nulla per la sua componente, e sta per sbaraccare.

L’intuizione nasce quando lo sconsolato governatore pugliese incrocia con lo sguardo il collega Luciano D’Alfonso, ancora in lotta per evitare paracadutati in una campagna elettorale che vuole affrontare con una squadra di soli candidati abruzzesi, senza “paracadutati”. La donna alle spalle del Governatore? Ma certo… “Sai Luciano: ho una proposta…”

“Quando me lo hanno detto non ci credevo, ho pianto” – racconta Cristiana Canosa- “ero in Direzione per votare le liste. Leggevo gli stati d’animo che si susseguivano in quelle ore. Mi identificavo nei panni di coloro che erano certi di avercela fatta, ed invece incassavano una delusione. Mai avrei pensato di vivere una emozione diametralmente opposta”.

Solo una incredibile congiuntura astrale favorevole, dunque per la candidatura al numero due al Senato?

        “Mi ritengo fortunata, non lo nego. Ma senza la stima ottenuta da due presidenti di Regione peraltro di correnti diverse, oggi non sarei qui nella trincea avanzata della campagna elettorale. In questi giorni sto facendo per me ciò che avrei fatto ugualmente per loro, ciò che mi riesce meglio: attaccare manifesti, macinare chilometri, organizzare un evento dopo l’altro e litigare con le persone”.

 

IL CARATTERACCIO -“Sarò antipatica anche a Roma”, è il suo slogan elettorale. Non le manca l’autoironia…

        “Non scherzo mica. Ho davvero un caratteraccio! Chi mi sta vicino lo sa bene. Questo difetto mi accompagna però quotidianamente ad affrontare di petto ogni situazione, senza mediazioni o rese. Se c’è una cosa che non mi può essere imposta è quella di fermarmi. Quello slogan mi rappresenta: dovessi farcela, nessuno si aspetti da me una presenza a Palazzo Madama esclusivamente turistica.”

 

In Provincia di Chieti e al Comune di Francavilla già conoscono il “ciclone Canosa” e la sua attitudine al lavoro duro. Ma al Senato serve altro.

“Non sono d’accordo. Ho maturato invece molte esperienze che tutti quelli che siedono sugli scranni del Senato dovrebbero avere. Cinque anni nei quali ho capito come si gestisce una Provincia e come ci si relaziona con i Comuni e con tutte le società partecipate. Chiudevo il pesante portone tutte le sere tra le dieci e le undici. Poi l’esaltante esperienza come braccio destro di Luciani al Comune di Francavilla, dove, insieme ad una squadra di persone perbene, abbiamo cambiato il volto della città, e infine il lavoro intensivo per la Regione sull’Expo, recuperato quasi fuori tempo massimo”.

 

L’ABRUZZO AL GOVERNO – A proposito… D’Alfonso scappa dalla Regione, dicono. Lei è la più interessata affinché invece vi faccia subito ritorno, liberandole il seggio.

“D’Alfonso non scappa. Avrebbe potuto non candidarsi e addebitare ad altri un eventuale risultato negativo. Al contrario ci ha messo la faccia nonostante il momento per chi governa, in generale, non sia dei migliori. Mi auguro che con lui si inauguri un ciclo Gaspari 2.0 con un ministro abruzzese al governo. Quanto a me… lavoro affinché il Pd elegga almeno due senatori, dunque non mi pongo il problema”.

 

Cosa la rende così ottimista sul risultato in questa Regione?

“Alla fine gli elettori sapranno riconoscere che l’amministrazione D’Alfonso è riuscita in molte cose, alcune delle quali erano ferme da decenni, in mezzo ad una crisi terribile, a due terremoti e con l’eredità di un debito sanitario inaffrontabile. Sono passati poco più di tre anni dal suo insediamento, pochissimo per i tempi della pubblica amministrazione. E l’Abruzzo sta ripartendo. Tra l’immobilismo del centrodestra regionale che ha già dato pessima prova di sé, e l’improvvisazione assoluta della classe dirigente del M5S, gli elettori con la loro saggezza eviteranno un salto nel buio. La nostra squadra è peraltro l’unica di candidati del territorio che hanno reali possibilità di essere eletti. Invito a diffidare dai paracadutati dall’alto, che scompariranno dal nostro collegio già il cinque marzo. Portiamo l’Abruzzo in parlamento, ma anche gli abruzzesi”.

 

Capitani e gregari?

“Ogni tanto succede che pure il gregario trovi la sua giornata di gloria, quando il capitano dà il via libera. Anche Panizza indossò la maglia rosa quando gli fu ordinato di seguire Hinault. Ricordate dove accadde? Fu proprio in Abruzzo….”