Inchiesta Rigopiano, chiesta incompetenza territoriale

I difensori del sindaco e del funzionario del Comune di Farindola hanno inviato una istanza alla Procura di Pescara affinché si dichiari territorialmente incompetente e trasmetta a L’Aquila gli atti dell’inchiesta su Rigopiano.

I difensori del Sindaco Ilario Lacchetta, del Tecnico Comunale Enrico Colangeli, e del Comune di Farindola, relativamente al procedimento penale sui fatti di Rigopiano, avvocati Cristiana Valentini, Massimo Manieri e Goffredo Tatozzi, chiedono alla Procura della Repubblica di Pescara, che indaga per omicidio colposo, di declinare la propria competenza in favore di quella della Procura della Repubblica dell’Aquila, competente per il reato più grave di disastro; è proprio a L’Aquila, infatti, -secondo i legali che hanno presentato una denuncia a quella Procura- che si sono realizzate le condotte del reato più grave di disastro. E quella competenza attrae anche la cognizione dei reati di omicidio colposo, concludono i tre avvocati.

Sempre secondo i tre legali, dopo l’ascolto e l’analisi delle dichiarazioni rese dal funzionario responsabile dell’Ufficio Rischio Neve e Valanghe, è emersa evidente la necessità di sentire il diretto superiore del dr. Belmaggio all’epoca dei fatti. Si tratta, in effetti, del secondo livello di responsabilità per la realizzazione della Carta delle Valanghe (CLPV). Il Dirigente in questione era stato già convocato in data 11 febbraio dai difensori, ritenendolo persona certamente informata di fatti oggettivamente rilevanti per l’accertamento delle responsabilità della tragedia di Rigopiano; si è però rifiutato di rispondere all’invito. Pertanto oggi è stata presentata al Pm Papalia, formale richiesta per l’audizione dell’Ing. Carlo Giovani.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.