Halliburton Ortona, c’è l’accordo sull’esodo incentivato

In salvo lo stabilimento Halliburton di Ortona, grazie al sacrificio di una decina lavoratori incentivati a lasciare il posto di lavoro.

Alla fine la mediazione è risultata accettabile anche per i sindacati e i lavoratori. Lo stabilimento della multinazionale di servizi agli idrocarburi Halliburton di Ortona non chiuderà, ma una decina di lavoratori accetteranno la mobilità incentivata volontaria. E’ quanto emerso dal vertice tenutosi ieri in Regione che ha sancito l’accordo tra l’azienda e i sindacati, alla presenza dei rappresentanti degli enti territoriali. Rispetto ai 30 esuberi inizialmente ipotizzati il numero è sceso alla terza parte, e soprattutto si sono resi disponibili alla mobilità incentivata una decina di dipendenti. E’ stato questo il “punto di caduta” del negoziato che, per la Filctem Cgil, non vedeva a quel punto ulteriori alternative se non il sostanziale smantellamento dello stabilimento. “La speranza” -spiega il segretario provinciale Carlo Petaccia- “è che si superino le difficoltà che l’azienda afferma di vivere in questa fase, perché, dopo questo ulteriore sacrificio affrontato dai lavoratori, la forza lavoro dello stabilimento di Ortona è ormai ai minimi termini”. A tal proposito nell’accordo è stata inserita una clausola per la quale, se l’azienda dovesse tornare ad assumere, i lavoratori finiti oggi in mobilità avrebbero un canale preferenziale. Ipotesi, allo stato attuale, soltanto futuribile.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.