Furto statue Ponte Littorio a Pescara: denuncia internazionale

Denuncia ai carabinieri da parte di un comitato per il furto delle statue sul Ponte Littorio a Pescara, realizzate da Nicola D’Antino. Sono in Germania?

L’eclatante iniziativa è stata intrapresa dal comitato “Pescaratutela/selfie” con i soci Licio Di Biase, Angela Appignani, Giulia De Collibus, Mariacristina Semproni e Michele Del Castello, che si sono recati nella stazione dei carabinieri di Viale D’Annunzio per sporgere una denuncia internazionale di sottrazione delle 4 statue allegoriche dell’artista Nicola D’Antino che ornavano il Ponte Littorio.

LE STATUE- Dopo l’inaugurazione del Ponte Littorio avvenuto il 14 agosto 1933 si decise di decorare il Ponte stesso. Si pensò a 4 Aquile, che vennero collocate su alti piloni, ma soprattutto si diede incarico a Nicola D’Antino per una cifra di 130.000 lire di realizzare 4 sculture in bronzo. Ad agosto del 1935 vennero consegnate le quattro statue in bronzo a decorazione del Ponte: nudi femminili adagiati su basamenti lungo il parapetto del ponte (due per parte). Le figure rappresentano: la pastorizia, la pesca, l’agricoltura e l’industria.

L’ARTISTA – Nicola D’Antino nasce a Caramanico il 31 ottobre 1880 e muore il 3 novembre 1966. Artista importante nel panorama culturale italiano della prima metà del novecento. Autore delle fontane “Luminosa” e “Gemella” de L’Aquila, di due delle statue che adornano il Foro Italico a Roma e di tante altre sculture.

IL FURTO -Le sculture scomparvero, durante la seconda guerra mondiale, poco prima che i tedeschi in ritirata facessero saltare il ponte littorio. Infatti, nel volume di Bertillo e Pittarello “Il martirio di una città – Pescara e la guerra 1941/44”, si legge:

“La 7^ Brigata Indiana di fanteria ebbe l’ordine di procedere verso Pescara alle ore 11.30 del 10 giugno. Con una jeep le avanguardie trovarono una circonvallazione lungo la linea ferroviaria e dieci ponti distrutti. Alle ore 13.00 il 7° squadrone da ricognizione entrò a Pescara con un carro armato Honey e un distaccamento di granatieri. Questo squadrone trovò i ponti sul Pescara completamente distrutti, ma entrò ugualmente nella città, da ovest, alle ore 15.30”.

Per anni si è sostenuta la tesi che le statue fossero state fuse per riutilizzare il bronzo. Ma può esserci ancora una seppur minima speranza, che possano essere state collocate in qualche amena località dell’Europa e in particolare della Germania, dove spesso vengono rinvenute opere d’arte rastrellate dai tedeschi in giro per l’Europa. Il Comitato, in occasione delle celebrazioni del cinquantennale della morte di D’Antino, che produrranno una grande riflessione sull’artista anche alla presenza di Vittorio Sgarbi, ha ritenuto che questo fosse il momento più significativo per promuovere la denuncia, attivando, così, una ricerca internazionale dagli esiti incerti, ma non privi di speranza.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.