Dossier Acqua Legambiente, in Abruzzo ancora criticità su depuratori

Giornata mondiale dell’Acqua: Legambiente mette nel mirino depuratori e perdite in Abruzzo.

In Abruzzo la media percentuale aggregata delle perdite per i capoluoghi di provincia è del 34%, mentre sui depuratori il 37% sono gli agglomerati ancora in infrazione. Le multe relative solo alla prima condanna europea, sono già costate all’Italia 77 milioni di euro.

“Positiva” – per l’associazione- “l’entrata in vigore della nuova Direttiva Europea per assicurare la buona qualità e la sicurezza dell’acqua per uso potabile. Non ci sono più alibi e bisogna accelerare sulle bonifiche a partire da Bussi e sulla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Il PNRR deve prevedere un piano efficace e risorse per il Servizio idrico integrato a partire da acquedotti e depuratori, favorendo una minore concorrenza tra i differenti usi idrici. Serve cambiare radicalmente l’impostazione della bozza precedente e considerare quanto dettato dalla nuova Direttiva Europea sull’acqua potabile che l’Italia dovrà recepire rapidamente e bene.”

“Bisogna innanzitutto evitare quanto fatto nella prima versione del PNRR che presenta un netto sbilanciamento delle risorse a favore di alcune tipologie di interventi – dichiara Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo – Appaiono infatti sproporzionati i 4,4 miliardi di euro destinati agli invasi, contro i 900 milioni per l’ammodernamento delle reti cittadine di distribuzione dell’acqua (spesso ridotte a un colabrodo) e i 600 milioni di euro per le fognature e gli impianti di depurazione. Eppure la condanna della Corte di giustizia europea sul mancato trattamento delle acque reflue, come il governo sa bene, ci sta costando decine di milioni di euro. Il PNRR deve invece, anche in Abruzzo, mettere al centro l’attuazione delle opere necessarie per sistemare il sistema fognario e di depurazione e ripristinare efficienti sistemi di distribuzione dell’acqua che ne garantiscano la potabilità e minimizzino l’annoso problema delle perdite di rete, favorendo una minore concorrenza tra i differenti usi idrici (civile, industriale, agricolo). Quanto agli sprechi, è necessario un cambio di passo anche nella pianificazione urbanistica delle città, soprattutto nel settore edilizio: se è vero che le maggiori perdite di rete avvengono nell’ultimo miglio appena prima di entrare negli edifici, è anche vero che nelle case e negli edifici pubblici l’acqua potabile è utilizzata per attività che potrebbero essere svolte utilizzando acque grigie e/o meteoriche”.

“Non ci sono più alibi – dichiara Silvia Tauro, Legambiente Abruzzo – e occorre accelerare sulle bonifiche a partire da Bussi e sulla messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, al fine di garantire la buona qualità e la sicurezza dell’acqua per uso potabile. Le città rappresentano, poi, un ulteriore sfida in termini di consumi e sprechi legati a un maggior numero di abitanti, ma serve anche che nuovi fondi vengano destinati al completamento della rete fognaria e agli impianti di depurazione nelle aree della regione che ne sono carenti o addirittura sprovviste, per assicurare la salute della popolazione e la protezione dell’ambiente. Il tema non può essere trattato a compartimenti stagni come fatto finora.”

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.