Discarica Chieti, bonifica ferma per… mail a indirizzo errato

Interrogazione M5S: clamorose le ragioni del ritardo della bonifica della discarica a Chieti incendiata oltre un anno fa. Il Comune sbagliò l’indirizzo di una mail

La Regione non ha dato seguito alla richiesta della bonifica a Colle Marcone di Chieti perché la mail del Comune di Chieti è arrivata a un indirizzo sbagliato.
“L’anomalia nella comunicazione” è emersa grazie all’interrogazione del consigliere Sara Marcozzi del M5S, che ha riportato il caso in consiglio regionale.

“L’unica giustificazione a questo clamoroso ritardo addotta dal sottosegretario Mazzocca è un’anomalia nella comunicazione” ha commentato la Marcozzi. “E’ una grave forma non solo di incompetenza ma anche di noncuranza. Attendiamo da anni l’approvazione del piano regionale delle bonifiche, pendono procedure di infrazione UE contro la regione, ma la Giunta resta a guardare. Quando i cittadini potranno vedere la messa in sicurezza di Colle Marcone, e dell’Abruzzo tutto?”

Il M5s ricorda di aver presentato nel caso specifico una serie di documenti: un esposto in Procura, uno alla Procura distrettuale antimafia, di aver informato il CSM e di aver documentato sin dai primi istanti l’incendio e la devastazione che ha provocato.

“Noi siamo in opposizione, ora ad agire” -conclude la Marcozzi- “deve essere chi Governa questa Regione e mi duole vedere che su questo tema delicato per la salute dei cittadini chi dovrebbe tutelarci non sta facendo nulla”.

LA REPLICA  DEL SOTTOSEGRETARIO MAZZOCCA:

Il sottosegretario alla presidenza della Regione  con delega all’Ambiente Mario Mazzocca replica così alle dichiarazioni della consigliera Marcozzi:

“La Consigliera Marcozzi sta utilizzando in modo demagogico e improprio la questione della discarica Colle Marcone. L’attenzione sul sito, nonostante alcuni disguidi di posta elettronica peraltro riferiti alla convocazione degli Uffici regionali competenti ad una riunione presso la Prefettura di Chieti, si è tradotta operativamente negli accertamenti analitici, condotti in questi mesi, sull’area interessata dall’incendio per la qualificazione ambientale della stessa. I risultati analitici, trasmessi dall’ARTA – Distretto Provinciale di Chieti – con nota prot. N. 5541 del 25/07/2016 e nota prot. N. 5848 del 02/08/2016, peraltro, non hanno evidenziato superamenti dei limiti di contaminazione prescritti dalla legge per i suoli e per le acque di falda, nonché dei valori standard di qualità ambientale per le acque superficiali. Dunque, non si è perso tempo, bisogna tenere conto, infatti, delle tempistiche associate alla caratterizzazione in termini di prelievo dei campioni, analisi di laboratorio e interpretazione dei dati, che preliminarmente risultano essere assolutamente rassicuranti in tema di pericoli e rischi per la salute e per l’ambiente.Quindi, per quanto concerne la richiesta di finanziamento del Comune di Chieti alla Regione Abruzzo, alla luce dei recenti risultati delle analisi si provvederà a valutare se vi sono i presupposti giuridici per includere gli interventi di messa in sicurezza e ripristino ambientale del sito all’interno di un programma regionale di risorse disponibili (sempre salvo rivalsa nei confronti del proprietario dell’area) in relazione agli sviluppi connessi agli ulteriori obblighi procedurali di cui al D.Lgs. 152/06 (Codice dell’Ambiente).Sarà nostra cura convocare immediatamente una specifica riunione con Comune ed ARTA per affrontare la questione alla luce delle nuove acquisizioni. Il piano regionale delle bonifiche, su cui stiamo lavorando alacremente da circa due anni, sarà presentato a fine settembre e andrà a procedura VAS con il Piano di Gestione dei rifiuti. Sulla vicenda, però, non si può fare a meno di rimarcare come al solito, la Marcozzi racconta, per dirla con Camilleri, solo la “mezza messa”, ovvero evidenzia solo ciò che più conviene al suo orticello e non la piena e completa ricostruzione dei fatti e della realtà. Quanto di più lontano dalla nostra idea di impegno politico e dalla nostra esperienza amministrativa e culturale. Lontano anni luce da un mondo, ad esempio, come quello di tanti amministratori di Comuni non immensi, ovvero di chi il ‘problema’ è abituato a studiarlo per conoscerlo nei dettagli, ad affrontarlo di petto (sovente nudo) ed a proporre soluzioni concrete. Sideralmente distante da quelli, come noi, che stanno cercando di risolvere le criticità, come suol dirsi, “mettendoci la faccia”. Quella faccia che altri non hanno mai il coraggio di mettere. Provo un’immensa pena per chi ricorre strumentalmente e continuamente a questi mezzucci per giustificare il proprio operato e motivare la propria esistenza istituzionale. Quando la consigliera ed il M5S si decideranno ad abbandonare tale tipico atteggiamento intriso di bieco populismo e di bassa demagogia, saranno in condizione di avviare un percorso realmente costruttivo oltre che concretamente utile all’Abruzzo ed alla Nazione. Della serie: “Roma docet”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.