Coronavirus: Lettera aperta delle Partite IVA dell’Ortonese #hoChiusoperRiaprire

Coronavirus, centinaia di piccole imprese dell’Ortonese sottoscrivono un documento #hoChiusoperRiaprire: il decreto “Cura Italia” è un pannicello caldo, saremo “uniti e non silenti”.

 

Sono già oltre 250 le Partite Iva del comprensorio Ortonese e dell’asse della Marruccina, che su impulso dell’imprenditore del mondo della ristorazione Franco Musa hanno già sottoscritto una lettera aperta indirizzata al premier Conte, al presidente della Regione Marsilio, ai parlamentari e alle forze sociali. Ecco il testo integrale.

 

Il decennio che abbiamo alle spalle, contraddistinto da una crisi economica che ha determinato un calo considerevole di consumi, ha causato la chiusura di 200.000 negozi di vicinato e migliaia di partite iva. Questa strage silenziosa di persone, famiglie, addetti, non ha mai avuto alcun sostegno concreto. La categoria dei lavoratori in proprio, così è giusto definire tutti coloro che provvedono con il sacrificio e l’ingegno giornaliero ad andare avanti, nonostante il carico fiscale eccessivamente gravoso e l’assenza assoluta di tutela in caso di difficoltà, è andata comunque avanti. L’emergenza CORONA VIRUS di questi ultimi giorni ha completamente collassato un sistema già falcidiato dalle vicende negative degli ultimi anni. I negozi chiusi, le partite iva IMPOSSIBILITATE a lavorare per il blocco delle attività che sono evidentemente anche collegate fra di loro, la domanda azzerata poiché gli utenti sono costretti alla permanenza forzata domiciliare, stanno rendendo impossibile la sopravvivenza stessa delle attività. Le decisioni assunte nel primo decreto CURA ITALIA sono un pannicello caldo, e non chiariscono come far fronte all’immediato e, soprattutto, come programmare la ripartenza. La crisi di liquidità è già alle porte delle nostre piccole aziende che dovranno far fronte alla sussistenza delle famiglie e al pagamento delle utenze, degli affitti, dei dipendenti, delle tasse comunali, delle tasse regionali, delle tasse nazionali, e, in ultimo, dalle scadenze delle merci acquistate che sono ormai SCADUTE, nel caso di beni da somministrazione, o invendute nel caso di altre categorie merceologiche. Abbiamo bisogno di misure precise per programmare la ripartenza che potrà avvenire solo se gli interventi che ci riguardano saranno semplici, diretti e adeguati. Questa volta saremo uniti e non silenti pretendendo le stesse tutele di altre categorie, uscendo con forza da questa situazione di invisibilità. UTENZE l’autorità nazionale di energia dovrà pronunciarsi con chiarezza e immediatezza sulla dilazione delle bollette relative al periodo di chiusura. In alternativa le istituzioni dovranno farsi carico presso le società di gestione per lo slittamento e la dilazione dei pagamenti.

TARI la nostra proposta è la dilazione del pagamento con una detrazione rispetto al periodo di chiusura.

SOSPENSIONE delle tasse degli oneri contributivi.

SOSPENSIONE delle tasse regionali.

CRISI DI LIQUIDITA’ la nostra proposta alla Regione è una misura regionale simile al microcredito, già adottata dalla Regione stessa e perfettamente funzionante, che consenta una iniezione immediata di liquidità per far fronte alle necessità impellenti, non sottoposta alle solite logiche del sistema bancario che ha difficoltà

anche nella concessione di piccoli crediti, sistema bancario oramai totalmente estraneo al territorio dopo le note tristi vicende occorse gli istituti di credito locali.

SGRAVI CONTRIBUTIVI per l’anno 2020 per chi non licenzia i propri addetti.

AFFITTI sconto fiscale per i proprietari che agevolano le attività con transazioni e agevolazioni.

SGRAVI CONTRIBUTIVI per il personale stagionale delle attività del turismo che avranno presumibilmente un periodo limitato di lavoro.

RIVISITAZIONE della legge regionale sui saldi e sulle vendite promozionali con l’immediata ridiscussione degli imminenti saldi estivi.

PROPONIAMO la sospensione a favore di debitori e obbligati con la conseguente sospensione dell’elevabilità dei protesti per i titoli emessi e negoziati nel periodo di emergenza e nel periodo antecedente di almeno 30 giorni, dopo l’articolo 131 del DPCM n. 18. Riteniamo ragionevole un asse temporale compreso tra febbraio a tutto giugno.

Le nostre proposte non sono il ricorso a forme di assistenzialismo a cui non abbiamo mai aspirato, ma la richiesta di una categoria che, oltre al pericolo concreto di sprofondare in una emergenza sociale, vorrebbe continuare a dare il proprio apporto al PIL del paese, alla vita delle nostre comunità e al sostentamento e alla dignità delle nostre famiglie. Il negozio di vicinato fa parte della cultura dei paesi e delle città italiane. Nel mondo globalizzato le nostre attività sono volti, storie, rapporti umani. Questa vicenda, estrema e inaspettata, non ci troverà più disuniti e inconsapevoli come accaduto in altre occasioni. I piccoli imprenditori sono l’Italia! Ora l’Italia deve rivolgere il proprio sguardo anche verso di noi.

Non ci arrenderemo e nè ci rassegneremo. Non lo abbiamo fatto in passato, non lo faremo ora.

#hoChiusoperRiaprire

 

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About the Author

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.