Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 19 maggio

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di martedì 19 maggio. I guariti superano gli attualmente positivi. Soltanto 4 nuovi casi.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 20.20 – Coronavirus Abruzzo: gli agenti di viaggio scendono in piazza

Ore 20.00 – Coronavirus Abruzzo: i Carabinieri del Nas sequestrano 3.400 mascherine 

Ore 19.15 – Coronavirus Abruzzo: L’Aquila, domani riapre il MuNDA

Ore 18.30 – Calcio Serie A – Niente quarantena di squadra in caso di un positivo

Ore 18.43 –  Coronavirus Abruzzo: Silvi, festa in onore di San Leone senza il “Cencialone”

Ore 18.17 – Coronavirus Abruzzo: Fase 2, Marsilio “Parte bene la ripartenza”

Ore 17.45 –  Coronavirus Abruzzo: candidatura dell’eremo di Celestino V a “Luogo del Cuore”

Ore 17.15 – Coronavirus Abruzzo: Pescara, il canile riapre il 23 maggio. Ecco le regole da rispettare

Ore 16.11 – Coronavirus Abruzzo. Lanciano: ancora chiuso il mercato di piazza Garibaldi, aperto quello coperto

Ore 15.45 – Funerali Rom in Molise: il “caso Rancitelli” si sgonfia

Ore 15.10 – “Bicibicitalia”: Virtual-tour in bici con l’abruzzese Perrotta e Valentina Olla

Ore 15.00 – Coronavirus Abruzzo: bollettino del 19 maggio, 4 nuovi casi, un solo decesso. I guariti superano i positivi

Ore 14.30 – Coronavirus Abruzzo: Fase 2, apertura dei negozi no stop a Sulmona

Ore 14. 15 – Coronavirus Abruzzo: Fase 2, promozioni per chi viaggia in treno

Ore 14.10 – Coronavirus: Alfonso, primo guarito in Abruzzo dona il suo plasma

Ore 13.50 – Teramo: commercianti “Tanto movimento ma acquisti contenuti”

Ore 13.21 – Coronavirus Abruzzo, cigd per i lavoratori ex Mercatone Uno

Ore 12.41 – Maggio della Scienza a Pescara: i ragazzi protagonisti di un’edizione virtuale di Su18

Ore 12.30 – Coronavirus: “Nostra Signora” in sciopero con le scuole paritarie

Ore 12.00 – Coronavirus Abruzzo: a Chieti negozi e cimiteri verso la normalità

Ore 10.01 – Pronto Medicina Facile Speciale Covid 19, giovedì alle 21,30 su Rete8

Ore 9.102020: estate difficile per il turismo

Ore 9.00Test sierologici, diffide ai Comuni

Ore 6.00Coronavirus Abruzzo, nuove proiezioni: “zero casi” fissato al 1 giugno

 

LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO  (ANSA)

Viminale, attenzione a ricomparsa criminalità diffusa. Circolare a prefetti,garantire adeguati livelli tutela sicurezza – Con l’allentamento dei divieti di spostamento “occorre dedicare una crescente attenzione alla possibile ricomparsa di forme di delittuosità comune e di criminalità diffusa, con la conseguente necessità di garantire adeguati livelli di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Così il Viminale in una circolare inviata a tutti i prefetti dopo l’ultimo decreto (numero 33) che contiene ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid. Con il lockdown si era assistito ad una crollo della delittuosità.

Fase 2: 118, virus va cercato nei bronchi,tampone non basta – “Il problema non è definibile come mero riscontro clinico di polmoniti interstiziali, polmoniti che ci sono sempre state e che possono avere numerose cause, e che non hanno nulla a che vedere con il Covid-19, quanto dal fatto che in numerosi casi riscontrati negli ultimi mesi, la broncoscopia ha evidenziato la presenza del SARS-CoV-2. E non è affatto una questione da poco”, aggiunge Balzanelli. Per questo motivo, il presidente del 118 indica che la ricerca nel liquido di lavaggio bronco-alveolare del Sars-CoV-2, secondo le linee di indirizzo della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) e della Società Italiana dei Pneumologi Ospedalieri (SIPO), e test rapidi che individuano la presenza degli anticorpi prodotti, in diverse fasi evolutive dell’infezione, “possano rappresentare un prezioso strumento di diagnosi e di monitoraggio clinico in questi pazienti. Percorso clinico-gestionale che potrebbe essere eventualmente previsto quale protocollo clinico dedicato”.

Anci chiede semplificazioni, ‘governo faccia norme’, Raggi, ‘modello Morandi’. Appalti veloci e meno burocrazia  – Semplificare, semplificare e ancora semplificare. Lo chiedono le Regioni, lo chiedono i Comuni e torna a chiederlo la Capitale d’Italia: perché la Fase 2 sia davvero una ripartenza e dia una boccata d’aria per il Paese bisogna far presto. Ma servono regole certe, sottolinea l’Anci: “Va bene semplificare – afferma il delegato alla Pa Umberto Di Primio – ma il governo elabori norme ad hoc in grado di bypassare le autorizzazioni sovracomunali”. Anche perché le casse pubbliche piangono: “Serve certezza di ristoro delle entrate – aggiunge – perché 3,5 miliardi è meno della metà di quanto avremmo incassato senza l’emergenza Covid”.

L’esecutivo, in ogni caso, è aperto al dialogo: giovedì si riunirà la Stato-Regioni, spiegava ieri il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, “dove ripartiremo con nuove proposte unitarie, come l’azzeramento dei tempi delle procedure amministrative”. Per la sindaca di Roma Virginia Raggi un modello da seguire esiste già, ed è quello del Ponte Morandi di Genova, ricostruito a tempo di record. Nella Capitale i cantieri pubblici non si sono fermati, ma, ha osservato oggi Raggi, “quelli che stiamo aprendo adesso sono frutto del lavoro di due-tre anni fa. Se ci vogliono anni a far partire un cantiere, tutti i fondi che il governo ha messo faticosamente in campo quando riusciremo a metterli a terra?”. Sotto gli occhi di tutti c’è l’esperienza ligure: “Se oggi il sistema normativo non è idoneo, forse è il caso di cambiare la norma” e per Raggi va ribaltata la prospettiva: “Va semplificata la parte dell’accesso” e poi, “ex post”, premere sui controlli senza aver paura di essere estremamente severi: “Io farei tanti controlli ‘durante’ e ‘dopo’, e se becco una ditta che ha sgarrato – ha affermato senza troppi giri di parole la sindaca – quella non deve più contrattare con la pubblica amministrazione per tre, cinque anni”. In parallelo, la pressione per poter mettere in campo “i risparmi dell’amministrazione, c’è una norma che mi vieta di utilizzarli e sto facendo una battaglia per riprenderli”. Anche perché la scelta di defiscalizzare alcuni settori per dare loro fiato in Fase 2 necessariamente causa, e causerà, delle minori entrate. E’ il caso dei ristoranti, un pezzo molto rilevante di economia romana che, con l’arrivo della bella stagione, aspetta di poter recuperare all’aperto almeno una parte di quei coperti ‘indoor’ che saranno tagliati dalle regole del distanziamento fisico. Dovrebbe essere questione di ore, ormai, per il provvedimento comunale che permetterà di espandere i dehors. Rispetto ad altre grandi città italiane, Roma deve fare i conti anche con l’inestimabile patrimonio culturale del centro storico (“certo non si potrà arrivare con i tavolini dentro la Fontana di Trevi”) ma, a quanto è trapelato finora, Raggi avrebbe in mente un aumento del 35% degli spazi esterni, e soprattutto – per tornare all’assunto iniziale – una semplificazione estrema per ottenere la concessione di occupazione di suolo pubblico. Ventiquattro ore al massimo per avere il via libera del Campidoglio ad apparecchiare nuovi tavolini all’aperto. Quelli che possono fare la differenza tra una saracinesca che vale o non vale la pena alzare.

Fase 2: medicinali a domicilio con intesa Comuni-farmacie. Firmato protocollo tra Anci e federazioni dei farmacisti – Un protocollo d’intesa per la consegna a domicilio dei medicinali è stato sottoscritto oggi tra Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Federfarma e Assofarm. In collaborazione con le amministrazioni comunali e le associazioni di volontariato – si legge in una nota – ai pazienti sarà garantito un più agevole accesso alla terapia farmacologica prescritta dal medico. “Ringrazio i farmacisti e le farmacie per l’immensa opera di assistenza che stanno profondendo durante questa emergenza, talvolta mettendo a rischio la loro stessa vita.

L’iniziativa s’inserisce tra le tante avviate da Anci per migliorare e tutelare la salute dei cittadini ed è prova di una capacità di relazione e collaborazione che dovrà sopravvivere al Covid-19″, ha commentato Roberto Pella, vicepresidente vicario Anci”. Il presidente della Fofi, Andrea Mandelli sottolinea: “I farmacisti italiani in questi mesi hanno operato instancabilmente per garantire assistenza, ma anche informazione e conforto a tutti i cittadini, e le farmacie sono state un presidio territoriale sempre accessibile.

Con questo accordo nato su nostra iniziativa si aggiunge e si generalizza a tutto il territorio nazionale un ulteriore servizio destinato alle persone più fragili”. Dal canto suo il presidente di Federfarma Marco Cossolo spiega: “In sinergia con Anci, le farmacie possono rafforzare ulteriormente il servizio di consegna gratuita dei farmaci a domicilio, in favore di cronici e anziani e di quanti non possono lasciare il proprio domicilio. In questi mesi il ruolo della farmacia si conferma essenziale nell’ambito dell’organizzazione territoriale del Servizio sanitario nazionale”.

Vaccino Oxford, fine test su 510 volontari,stanno bene. A giorni al via la sperimentazione su 3000 soggetti  – Si è conclusa “positivamente” la prima fase di sperimentazione su 510 volontari del candidato vaccino anti-Covid messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la partnership dell’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia. I volontari vaccinati, afferma il presidente Irbm Pitero Di Lorenzo, “stanno bene” e “partirà a giorni la fase successiva, l’ultima, di sperimentazione su circa 3000 volontari, che si conclude a fine settembre”. A dicembre, “se gli esiti saranno positivi”, i primi ingenti quantitativi di dosi.

La sperimentazione clinica di fase 1 era partita in Gran Bretagna lo scorso 23 aprile con la somministrazione del candidato vaccino a 510 volontari sani, mentre ad altri 510 era stata somministrata una soluzione placebo. Ora i primi risultati: “Sono risultati positivi – ha detto Di Lorenzo – al punto che si parte subito con la fase successiva di sperimentazione, su un campione molto più ampio”.

Nelle scorse settimane, la multinazionale farmaceutica AstraZeneca era entrata nella squadra, stringendo un accordo con lo Jenner: sarà responsabile dello sviluppo, della produzione e distribuzione del vaccino a livello mondiale. Un primo stock potrebbe essere disponibile già a dicembre. L’obiettivo, ha annunciato lo scorso 30 aprile il chief executive dell’azienda, Pascal Soriot, è “essere pronti con 100 milioni di dosi entro la fine dell’anno, e poi ampliare.

Coronavirus: contagiati risalgono,quasi doppio di ieri. Oltre il 50% in Lombardia. Ma raddoppiati anche i tamponi  – Sono 226.699 i contagiati totali per il coronavirus in Italia, 813 più di ieri. Di questi oltre il 50% in Lombardia, che ne fa registrare 462. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. Ieri l’incremento era stato di 451. Da notare però che i tamponi effettuati sono circa il doppio di ieri.

Coronavirus: 32.169 vittime, 162 in più di ieri . Dato risale dopo il minimo di 99 ieri  – Sono 162 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia. In totale i morti salgono così a 32.169. Ieri l’aumento era stato di 99 vittime, un minimo negativo dall’inizio del lockdown. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Dal report emerge che sono 65.129 i malati di coronavirus in Italia, 1.424 meno di ieri, quando il calo era stato di 1.798.

Sono saliti a 129.401 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.075. Lunedì l’aumento era stato di 2.150.

Sono 716 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 33 meno di ieri. Di questi, 244 sono in Lombardia, 8 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 9.991, con un calo di 216 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 54.422, con un calo di 1.175 rispetto a ieri.

Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 27.291 in Lombardia (+218), 9.635 in Piemonte (-239), 5.330 in Emilia-Romagna (-195), 3.754 in Veneto (-250), 2.323 in Toscana (-250), 2.264 in Liguria (-75), 3.786 nel Lazio (-40), 2.178 nelle Marche (-137), 1.518 in Campania (-155), 204 nella Provincia autonoma di Trento (-44), 1.941 in Puglia (-54), 1.524 in Sicilia (-15), 600 in Friuli Venezia Giulia (-21), 1.389 in Abruzzo (-24), 308 nella Provincia autonoma di Bolzano (-1), 66 in Umbria (-11), 341 in Sardegna (-39), 49 in Valle d’Aosta (-11), 382 in Calabria (-19), 84 in Basilicata (-9), 212 in Molise (-5). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 15.597 (+54), Piemonte 3.679 (+47), Emilia-Romagna 3.997 (+11), Veneto 1.820 (+17), Toscana 992 (+3), Liguria 1.376 (+9), Lazio 640 (+12), Marche 986 (+2), Campania 399 (+0), Provincia autonoma di Trento 455 (+2), Puglia 473 (+2), Sicilia 268 (+1), Friuli Venezia Giulia 320 (+0), Abruzzo 389 (+1), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 74 (+1), Sardegna 126 (+0), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 95 (+0), Basilicata 27 (+0), Molise 22 (+0). I tamponi effettuati sono 3.104.524, con un incremento di 63.158 rispetto a ieri. Le persone sottoposte a tampone sono 1.999.599.

Coronavirus: ancora mistero sulle origini, ma è ‘naturale’. Indagine da oltre cento Paesi, forse salto a uomo da pipistrelli  – Mentre cento Paesi hanno dichiarato di voler promuovere un’indagine in Cina per chiarire l’origine del nuovo coronavirus, nel mondo scientifico prevale decisamente l’ipotesi dell’origine naturale, anche se il mistero è sempre più fitto. Finora l’unica certezza è che i pipistrelli sono stati il punto di partenza, ma sull’animale in cui il virus è mutato è ancora buio, e non si esclude che questa trasformazione possa essere avvenuta direttamente nei pipistrelli. Prosegue intanto l’analisi delle migliaia di mappe genetiche del virus SarsCoV2, nella speranza di trovare tracce affidabili, “ma si tratta di sequenze che sono in gran parte umane, non di animali”, osserva il genetista Gianguglielmo Zehender, dell’Università Statale di Milano, che dall’inizio dell’epidemia sta studiando il genoma del virus. “Non è certo nemmeno – prosegue – che il luogo di origine sia stato il mercato di animali selvatici di Wuhan. Ci sono forti sospetti, ma nessuna certezza, considerando che il primo caso accertato in Cina il primo dicembre non aveva avuto rapporti diretti con quel mercato”.

Arcuri, App in fase di test, pronta a fine maggio – La App ‘Immuni’ per il contact tracing sarà pronta a fine mese. Lo ha ribadito il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri in audizione in Commissione Giustizia al Senato. “All’attuale stato dell’arte – ha spiegato – la app verrà messa in campo a cavallo della fine di questo mese. In questo momento è in fase di testing, sarà messa a sistema e fruibile per i cittadini a cavallo della fine del mese di maggio”.

Boccia, Regioni? Con problemi si chiude, ma altre vanno avanti  – “Col coronavirus bisognerà convivere. E se ci dovessero essere problemi in una singola regione, quest’ultima dovrà chiudere ma non possiamo fermare le altre regioni”. Lo ha detto il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia che ha aggiunto “Si riaprirà il 3 giugno alla mobilità infra regionale per le regioni che hanno rischio medio o basso, ma se per alcune ci dovesse essere un rischio alto questo non sarà ritenuto opportuno. Speriamo che al 3 giugno arrivino tutte alle condizioni per poterlo fare”.

Anci, ok semplificazioni, governo approvi norme ad hoc. Di Primio, ‘ora by-passare autorizzazioni sovra comunali’ – “Va bene semplificare le norme ma il governo elabori norme ad hoc in questo senso, in grado anche di bypassare le autorizzazioni sovracomunali”: lo chiede il delegato Anci alla P.A. e sindaco di Chieti Umberto Di Primio. “Poi serve -aggiunge- anche certezza di ristoro delle entrate, perché 3,5 miliardi sono meno della metà di quanto avremmo incassato senza l’emergenza Covid”.

Di Primio afferma anche che”In questa fase bisogna semplificare con norme appropriate la vita dei cittadini e delle imprese e per fare questo il governo ci deve dare gli strumenti adatti, che significa norme il più possibile semplici e chiare e con una tabella di marcia ben precisa.

Altro aspetto caro all’esponente Anci è quello delle casse comunali, che a suo dire non possono essere ristorate con lo stanziamento di 3,5 miliardi approvato dal governo: “quella cifra non è sufficiente perché copre meno della metà delle mancate entrate di tipo tributario e extratributario, parlo di circa 7-8 miliardi. Se dovessero fallire i Comuni si azzererebbero anche i servizi ai cittadini”.

Fase 2: ieri dimezzati i trasgressori, solo 600 denunciati. Viminale,127mila controllati in 1/o giorno con divieti allentati – Netto calo dei sanzionati nel primo giorno con le prescrizioni allentate dopo le prime due settimane di Fase 2. Ieri le forze dell’ordine hanno controllato 127.601 persone, 608 delle quali sono state sanzionate per i divieti di spostamento, 18 sono state denunciate per falsa attestazione o dichiarazione e 5 per aver violato il divieto di allontanarsi dalle proprie abitazioni perché positive al virus. Lo indica il Viminale. Domenica i trasgressori erano stati 1.150 Le attività o esercizi commerciali sottoposti a controlli sono stati 51.590: sanzionati 39 imprenditori e disposta la chiusura per 15 attività.

Fake sempre più pericolose, da etanolo e candeggina. Il Ministero mette in guardia, si allunga la lista delle bufale – Si allunga la lista delle fake news che circolano su web e social. E, con il passare del tempo, diventano anche sempre più pericolose. Dal pulirsi la cute con la candeggina al bere alcol etilico per proteggersi dal virus: queste sono alcune delle ultime smentite dal Ministero della Salute, nella rubrica “Attenti alle Bufale”, aggiornata ogni settimana sul portale online. Scorrendo la lista è facile capire come, in buona o cattiva fede, la diffusione di informazioni scorrette, già definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) una vera e propria infodemia, viaggi veloce tanto quanto il virus e possa avere conseguenze altrettanto gravi.

CANDEGGINA: un pericoloso consiglio è quello di spruzzarla su parti del corpo che hanno toccato superfici potenzialmente infette, ma gli esperti mettono in guardia: “può causare irritazioni e danni alla pelle e agli occhi ed esporre al rischio di inalazioni a concentrazioni nocive per la salute. La candeggina va utilizzata nella diluizione adeguata per disinfettare le superfici”.

ALCOL ETILICO: non manca chi pensa di potersi difendere dal Sars-Cov-2 ingerendo etanolo o metanolo, ma questi prodotti, pur se uccidono il virus se usati nei prodotti di pulizia, non vanno assolutamente ingeriti.

BARBA: l’informazione che esponga ad un rischio maggiore di contrarre il nuovo coronavirus è frutto di una affrettata interpretazione di un’infografica della Centers for Disease Control and Prevention (CDC), pubblicata nel 2017 e relativa all’uso di mascherine sul lavoro. “Ovviamente va curata la sua igiene e va regolata la mascherina, quando la si indossa, in modo che aderisca bene al viso, ma non vi sono attualmente evidenze che tagliarsi la barba aiuti ad evitare il contagio”.

CONDIZIONATORE: non è supportato da alcuna evidenza il consiglio di accenderlo impostandolo sulla temperatura più bassa perché il coronavirus sarebbe sensibile al freddo. Così come non vi sono alcune evidenze sull’utilità del bere acqua molto calda o fare un bagno bollente nel prevenire il Covid.

ACQUA DEL RUBINETTO: si può bere tranquillamente perché i metodi convenzionali di trattamento che utilizzano filtrazione e disinfezione, come quelli della maggior parte dei sistemi municipali di acque potabili, sono efficaci nell’abbattimento del virus. Queste nuove fake si vanno ad aggiungere ad una lista già molto lunga: dalla infondata correlazione tra l’epidemia e la rete 5G al presunto ruolo protettivo di miele, peperoncino, alcolici e yoga, fino agli essiccatori per mani ad aria calda che ucciderebbero il nuovo coronavirus.

Fase 2: consulti online, medici a rischio sanzioni. Consigli da Consulcesi per tutelare i dati dei pazienti –  App, messaggi e videochiamate piacciono a medici e pazienti, creano un rapporto diretto, riducono i tempi d’attesa e cancellano la burocrazia: la prova è arrivata durante la quarantena con un’impennata di webinar, consulti telefonici e online. “Ma attenzione, senza le dovute cautele, si può compromettere un bene prezioso, il cui valore è ancora sottovalutato, i dati personali e sanitari del paziente”. A lanciare l’allarme è Consulcesi, network legale che tutela gli operatori sanitari. “Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché sono i depositari dei dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa. In caso di errato trattamento, le sanzioni potrebbero arrivare fino 20 milioni di euro o, se superiore, fino al 4% del fatturato globale”, chiarisce Ciro Galiano, avvocato consulente di Consulcesi ed esperto in privacy e digitale. Consulcesi offre alcuni consigli che i professionisti possono seguire per tutelare la privacy dei pazienti: se il medico ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione, prima di utilizzarli deve applicare una nuova informativa per la tutela dei dati e aggiornare i documenti relativi alla gestione della privacy e del consenso informato. Verificare se i software informatici utilizzati sono a norma, nonché controllare il sistema di protezione antivirus e dei programmi, ma soprattutto accertare l’adeguatezza della documentazione rilasciata al cliente. Il network propone inoltre l’utilizzo di app di messaggistica istantanea dedicate. Infine, sarebbe buona prassi che i medici che vogliano utilizzare i social media facciano attenzione nel dare consigli tramite social, che abbiano una gestione attenta delle opzioni di privacy delle piattaforme e ne leggano attentamente i termini contrattuali”.

Coronavirus: dilatazione cuore predice rischio morte. Studio, allargamento ventricolo destro è fattore predittivo – La dilatazione di una delle camere del cuore, il ventricolo destro, è risultato il migliore fattore predittivo del rischio di morte dei pazienti Covid gravi. È la conferma che arriva da uno studio condotto presso la Icahn School of Medicine a Mount Sinai, dopo che un primo lavoro sul New England Journal of Medicine su un numero più limitato di casi clinici aveva suggerito questa possibilità. Nel nuovo studio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, è stato esaminato un campione di 105 pazienti ospedalizzati. È emerso che alcuni pazienti presentavano l’allargamento del ventricolo destro del cuore e che questi avevano un maggior rischio di morte rispetto agli altri senza anomalia cardiaca. Secondo gli esperti il virus può danneggiare il cuore e quindi dar luogo alla dilatazione ventricolare sia in via indiretta, a causa di trombi (coaguli) che bloccano il circolo sanguigno, sia diretta attraverso l’infezione del muscolo cardiaco da parte del virus (il tessuto cardiaco presenta i recettori ACE2 che il virus usa per iniziare il processo infettivo)

Ue: Provenzano, intesa franco-tedesca è straordinaria. ‘Ma non dovrà essere a scapito delle politiche di coesione’  – “Sono convinto che l’accordo franco-tedesco di ieri sia straordinario perché impone a tutti di fare uno sforzo finanziario straordinario per l’Ue. Ma tutto ciò non dovrà andare a scapito delle politiche di coesione”. Lo ha riferito il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano durante un’audizione in Commissione Affari europei al Senato dedicata ai fondi Ue. “Oggi le divergenze in Europa – ha aggiunto – sono pervasive a fronte di una limitazione delle politiche coesione, e dico questo – ha sottolineato Provenzano – perché lo sviluppo concentrato non può bastare a sé stesso”

Fase 2: Lettera 150, tamponi a campione nelle aziende. Da 10 a 20 addetti con selezione casuale  – Un protocollo di tamponi a campione nelle aziende per avere un quadro affidabile dell’andamento dei casi di infezione da nuovo coronavirus: lo propone la ricerca promossa da Lettera 150, l’associazione fondata dal giurista Giuseppe Valditara, dell’Università di Torino, che riunisce i 150 docenti sostenitori della riapertura in sicurezza, e a cura di Giovanni Deriu, già prorettore dell’università di Padova e ordinario di Chirurgia vascolare, Francesco Curcio, patologo clinico dell’Università di Udine, e Paolo Gasparini, dell’ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, con l’analisi statistica di Dario Gregori, dell’Università di Padova. Secondo il protocollo nelle grandi aziende è possibile eseguire il tampone a un gruppo di 10 o 20 addetti, selezionati “in modo strettamente casuale” a seconda di fasce d’età e caratteristiche dell’azienda, per ottenere una previsione precisa fra il 2% e il 4%, corrispondente alla probabilità che se in una azienda fossero osservati zero casi, ce ne sarebbe in realtà almeno uno positivo tra i restanti. Il protocollo prevede inoltre un meccanismo di ricampionamento, secondo cui un’azienda può essere selezionata ripetutamente: in caso di una seconda valutazione negativa l’accuratezza della precisione diventerebbe inferiore allo 0,002%.

I promotori del documento partono dalla considerazione di quanto sia “fondamentale garantire la sicurezza dei lavoratori, (che si rifletterebbe automaticamente su quella della società civile, di cui i lavoratori costituiscono una parte rilevante,il 39%)”. Per questo propongono uno screening rapido nei luoghi di lavoro, considerando 24 milioni di lavoratori attivi potenzialmente da testare con il tampone a partire dalla prevalenza di 0.36% casi di Covid-19 calcolata considerando i 219.070 casi totali registrati al 12 maggio sulla popolazione italiana di oltre 60 milioni di abitanti. Se necessario, sarebbe facile aumentare la prevalenza di 5-10 volte per ottenere il campionamento relativo a diagnosticare e porre in quarantena gli infetti asintomatici contagiosi. Per questo motivo, si legge nel protocollo, “è stata valutata la possibilità di ridurre consistentemente il volume dei test identificando un campione di lavoratori statisticamente significativo” e “per mantenere un approccio al contempo flessibile, reattivo e preciso, si è proceduto ad un calcolo del numero di campioni combinante stime di prevalenza, R0 e funzioni di costo”. Il protocollo richiede quindi “con forza” l’attivazione a livello nazionale di 60 laboratori, ossia almeno uno ogni milione di abitanti, a struttura modulare e dedicati nella fase di start up all’analisi di una media di 2.000-4000 tamponi al giorno. Le strutture saranno supplementari a quelle validate nella Fase 1. Circa il finanziamento dei laboratori ,il protocollo propone una collaborazione con l’iniziativa pubblica da parte di Confindustria, associazioni di categoria, forze trainanti dell’economia e fondazioni bancarie. “Se governo e regioni concretizzassero l’avvio del progetto con urgenza – rilevano gli esperti – un’eventuale riacutizzazione autunnale dell’epidemia non farebbe trovare il Paese impreparato”.

Coronavirus: quarantena ha inciso su sonno e umore. Ricerca Università Padova, distorta la percezione del tempo La quarantena, terminata nella versione più restrittiva il 4 maggio, ha comportato un grande cambiamento nelle abitudini di vita degli italiani. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Padova. Il confinamento – secondo la ricerca -, se da un lato è stato essenziale per ridurre il numero di contagi, ha avuto un grande impatto (psicologico, economico e sociale) riducendo la qualità della vita delle persone e mettendo a rischio la salute psico-fisica di molti individui. Nicola Cellini del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova – in collaborazione con Giovanna Mioni dello stesso Dipartimento, Natale Canale del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Ateneo patavino e Sebastiano Costa del Dipartimento di Psicologia dell’Università della Campania – ha analizzato la qualità del sonno in un campione di 1310 persone tra i 18 e 35 anni ponendo a confronto la settimana 17-23 marzo (la seconda di lockdown completo) e la prima di febbraio (dall’1 al 7, cioè sette giorni in cui non vi era alcun tipo di restrizione sul territorio italiano). Dallo studio pubblicato sulla rivista ufficiale della European Sleep Research Society, il “Journal of Sleep Research Research”, è emerso che la ridotta attività fisica e la scarsa esposizione alla luce solare, l’assenza di attività sociali, le paure per il contagio e per la situazione economica, il cambiamento di vita familiare hanno portato a un peggioramento della qualità del sonno, un netto cambiamento nei ritmi sonno-veglia, un incremento nell’uso dei media digitali e a una distorta percezione del tempo che scorre. “Lo studio ha messo in luce dati allarmanti sulla salute mentale – rileva Cellini -: il 24.2% (24.95% dei lavoratori, 23.73% degli studenti) del nostro campione ha mostrato sintomi da moderati a estremamente severi di depressione, il 32.6% di ansia e uno su due (49.47% dei lavoratori, 51.6% degli studenti) sintomi di stress. Abbiamo inoltre evidenziato un grande cambiamento nel ritmo sonno-veglia; vi è un dato identico sull’orario in cui il campione va a dormire mentre si è registrato che i lavoratori si sono svegliati molto più tardi durante il lockdown”.

Coronavirus: Conte, in fase 2 con cauto ottimismo – L’Italia sta ” allentando la maggior parte delle restrizioni, pur mantenendo rigorose misure di sicurezza per ogni attività sociale e commerciale. Continuiamo a rafforzare la nostra infrastruttura sanitaria, aumentando le unità di terapia intensiva e assumendo medici e operatori sanitari. Abbiamo ampliato i test e sviluppato un piano di monitoraggio nazionale in sinergia con le nostre autorità locali. Stiamo entrando nella ‘Fase due’ con cauto ottimismo e senso di responsabilità”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte

Coronavirus: Conte, su vaccini nessuno resti indietro – “Sin dalla prima richiesta italiana di un’alleanza internazionale per combattere COVID-19, insieme all’OMS, agli attori sanitari globali e ai principali paesi partner, abbiamo lanciato l’ ACT Tools Accelerator, una piattaforma globale per accelerare gli sforzi per un vaccino, strumenti terapeutici e diagnostici e garantire un accesso universale ed equo a questi trattamenti salvavita. Non dovremmo lasciarci nessuno alle spalle”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte alla sessione conclusiva dell’Assemblea mondiale della salute.

Il premier ha aggiunto “L’Italia è stata uno dei primi e più colpiti paesi da questa pandemia. A marzo, dovevamo prendere misure drastiche per contenere la diffusione del virus. Dopo due mesi, i dati epidemiologici sono incoraggianti: confermano che i nostri sforzi e sacrifici collettivi hanno dato i loro frutti”.

Conte, Italia per solidarietà internazionale su Covid –“Sin dall’inizio della pandemia, l’Italia ha promosso il rafforzamento della leadership globale e della solidarietà internazionale per gestire l’emergenza e accelerare soluzioni sostenibili a lungo termine guidate da scienza, ricerca e medicina”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte alla sessione conclusiva della 73/esima Assemblea mondiale della salute.

Il premier ha detto “Ammettiamolo: non eravamo completamente preparati per una crisi globale così grande. Abbiamo dimostrato grande capacità di recupero, ma ora siamo chiamati a imparare le nostre lezioni e sicuramente abbiamo lezioni da imparare. Dobbiamo rafforzare i meccanismi di allarme rapido, lo scambio di informazioni, l’identificazione delle migliori pratiche per migliorare la preparazione alla pandemia della comunità internazionale”.

Coronavirus: nel sangue 3 sostanze per predire rischio morte. Con un prelievo, oltre 10 giorni prima dell’esito del paziente  – Individuati grazie all’intelligenza artificiale 3 possibili indicatori molecolari per prevedere con un prelievo di sangue il rischio di morte per la sindrome covid in ogni singolo paziente con oltre 10 giorni di anticipo rispetto all’esito finale. Si tratta di misurare i livelli di 3 sostanze nel sangue: lattato idrogenati, linfociti e proteina c reattiva ad alta sensibilità. Reso noto sulla rivista Nature Machine Intelligence, è il risultato dello studio diretto da Shusheng Li della Huazhong University of Science and Technology a Wuhan. Gli esperti hanno analizzato 375 prelievi di sangue di pazienti ricoverati di cui poi 174 sono deceduti. Un software ha analizzato tutti i dati di ogni singolo paziente e i risultati dei prelievi di sangue. È emerso che i valori di lattato deidrogenati, dei linfociti e della proteina c-reattiva ad alta sensibilità sono cruciali per prevedere il rischio di morte con oltre 10 giorni di anticipo rispetto all’esito clinico finale. Il risultato ha un potenziale applicativo non indifferente per migliorare la gestione dei pazienti e riconoscere quelli che hanno bisogno di cure immediate e mirate

Coronavirus: caldo non lo ferma se in tanti non sono immuni. Studio, impatto parziale anche ai tropici  – Non vanno riposte troppe speranze nell’arrivo dell’estate per arginare l’epidemia di Covid-19: il caldo e l’umidità sono meno forti infatti nel rallentare il virus se la maggior parte della popolazione è suscettibile all’infezione. Lo scrivono su Science i ricercatori dell’università di Princeton, guidati da Rachel Baker, che prevedono parecchi casi anche ai Tropici. Diversi studi preliminari suggerivano che i fattori climatici, come l’umidità, potessero influire sulla trasmissione del virus, ma rimane ancora da chiarire se questi fattori possano cambiare la sorte della pandemia per il resto del 2020, vista la bassa immunità della popolazione al virus. Per capirlo meglio i ricercatori hanno usato un modello epidemiologico costruito con i dati Usa su altri quattro coronavirus stagionali in circolazione. Nelle simulazioni fatte per diverse città ad alte latitudini e più tropicali, hanno visto che anche nelle città tropicali, le cui condizioni dovrebbero ostacolare la trasmissione del virus, la crescita dell’epidemia rimarrebbe comunque significativa. I ricercatori hanno notato anche che mentre gli effetti del clima possono portare a modesti cambiamenti sulle dimensioni del picco e la durata della pandemia, il clima estivo probabilmente non limiterà la crescita della pandemia, che viene più guidata nella sua traiettoria dalla popolazione non ancora immune. Analizzando come le misure di controllo non farmaceutiche abbiano influenzato la diffusione del nuovo coronavirus, gli studiosi evidenziano che possono contenere l’interazione clima-pandemia in qualche modo, allontanando le persone suscettibili. I risultati, concludono gli studiosi, suggeriscono che le persone che ancora non si sono ammalate sono il fattore guida nella diffusione del virus durante l’estate e, a meno che non vengano mantenute misure di controllo efficace, è probabile un alto numero di casi di Covid-19 nei prossimi mesi, anche nelle aree più calde e umide.

Coronavirus:Iss,in Fase 2 più problemi con tossicodipendenze. Riprenderà ricerca droga e abuso può risentire di crisi sociale – Esiste un reale problema di “tossicodipendenza e infezione da Coronavirus” e riguarderà soprattutto la fase 2, con “la ripresa della circolazione delle persone, che determina l’inevitabile ricerca delle sostanze d’abuso nelle piazze di spaccio e il possibile consumo in gruppo”. A mettere in guardia è l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che, in un approfondimento sul portale web sottolinea come “la crisi economica e sociale che potremmo trovarci ad affrontare” può costituire “un serio fattore di vulnerabilità per lo sviluppo del disturbo da uso di sostanze”. Il Centro nazionale Dipendenze e Doping ha realizzato un’indagine per capire se la pandemia da Covid-19 ha modificato il modo di lavorare all’interno dei Servizi per le Dipendenze (Ser.D.). Per farlo ha collaborato con alcuni professionisti della Società italiana patologia da dipendenza (SIPaD). I pazienti con disturbo da uso di oppioidi “sono più vulnerabili verso le infezioni virali e batteriche”, inclusa quella da coronavirus. “Si tratta di una conseguenza degli effetti che l’eroina ha sul sistema immunitario e delle abitudini promiscue presenti nella storia personale dei consumatori di eroina”. Fino ad oggi, tuttavia, rilevano, “si è riuscito a evitare che tanti pazienti con disturbo da uso di sostanze si contagiassero e, soprattutto, contagiassero altre persone”. Il problema, secondo i professionisti che lavorano nei servizi, potrebbe riguardare soprattutto la fase 2.

Bonetti, per centri estivi stanziati 185 milioni euro.’Investimento più alto in questo settore in storia Repubblica’ –  Lo afferma la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti su Facebook : “Avevo promesso che non ci saremmo scordati dei centri estivi, ma che li avremmo riorganizzati in sicurezza. Infatti abbiamo dato le indicazioni e stanziato 185 milioni di euro, l’investimento più alto in questo settore nella storia della Repubblica. Ora sta alle Regioni decidere se anticiparne o posticiparne l’avvio, rispetto alla data del 15 giugno, in base al loro andamento epidemiologico”.

La bella notizia è che i centri estivi potranno aprire il 15 giugno, in realtà il Dpcm prevede la possibilità da parte delle Regioni eventualmente di anticipare o posticipare, a seconda della situazione dello stato epidemiologico del territorio regionale. Questa apertura potrà essere fatta eventualmente anche con ulteriori specificazioni di regole e protocolli a livello regionale”.

Oltre il 90% dei negozi di abbigliamento ha riaperto in sicurezza: intimo, camicie e scarpe sono tra i prodotti più richiesti. Riprende ossigeno la ristorazione ma l’avvio è lento: il 70% dei bar e dei ristoranti hanno aperto tutti ben equipaggiati di mascherine e gel disinfettanti, ma con personale ridotto: infatti il 40% dei dipendenti è rimasto a casa, pari a circa 400.000 unità. Tanti sono i titolari che utilizzeranno i divisori all’interno del ristorante soprattutto nell’area cassa, quasi nessuno sui tavoli. Lo riferisce Confcommercio.

Ludoteche e parchi gioco rischiano di non risollevarsi dopo l’emergenza Coronavirus: su una stima di oltre 2.500 realtà che muovono una forza lavoro di 20 mila persone, il 50% è a rischio chiusura. Lo sostiene, in una nota, il gruppo nazionale ‘Parchi Gioco e Ludoteche Italia’ che partito dalla Lombardia con un’ottantina di adesioni, riunisce ora 620 attività in tutta la Penisola. “Eppure potrebbero essere sfruttate – sostengono – proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare”. Per sensibilizzare sulle difficoltà del settore hanno inviato lettere prima al governatore della Lombardia Fontana, poi al premier Conte e alla ministra Bonetti.

Dare alle Regioni la possibilità di scegliere autonomamente, nella Fase 2, se riaprire oppure no, “non significa venir meno alle responsabilità del governo”. Lo ribadisce in un’intervista a ‘La Repubblica’ il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. “Se il sistema di monitoraggio dirà che una Regione è ad alto rischio, dovrà richiudere. Non si ferma tutt’Italia però. D’ora in poi ognuno dovrà essere in grado di mettere in sicurezza il suo territorio”. In questa nuova fase “solo gli incoscienti possono dirsi non preoccupati. Da ieri è iniziata la nostra nuova convivenza con il Covid-19”. Dobbiamo “essere rigorosi nei comportamenti e dimostrare di essere più forti” con un rispetto delle regole “diffuso e convinto da parte delle categorie produttive coinvolte. Ma mi sembra che bar, ristoranti, parrucchieri abbiano risposto benissimo”. Per Boccia ogni presidente di regione ha a cuore il suo territorio e vuole proteggere i suoi cittadini, “ma deve anche sapere che comportamenti sbagliati rischiano di rimandare l’Italia sotto chiave”. Ci sono 21 organizzazioni territoriali sanitarie diverse “e nella fase 2, se esplode il contagio, devono reggere quelle”. Secondo il Ministro “lo Stato deve investire sulla prevenzione territoriale pubblica”. L’epidemia “non è finita. Se qualcuno vuole ridurre le terapie intensive se lo scordi”. Comunque i tamponi “sono stati distribuiti: 3 milioni fino a oggi e altri 5 in arrivo. Siamo il Paese che ne ha fatti di più al mondo e li aumenteremo. Il tracciamento mi sembra prosegua bene, i test sierologici, secondo me, hanno bisogno di una revisione”. Mancano i reagenti per l’estrazione, “stiamo pensando anche a questo”. La App “sarà pronta a fine maggio e cancellerà molte polemiche.

Il Coronavirus travolge anche i circa 8 mila comuni italiani, che si ritrovano le cassa prosciugate dei vari tributi e rischiano il dissesto. Secondo uno studio di Demoskopika, nel bimestre marzo-aprile del 2020 le casse degli enti locali hanno subito una perdita di oltre il 65% delle entrate derivanti dai principali tributi locali: oltre 1,6 miliardi di euro in meno rispetto agli stessi mesi del 2019. La diminuzione degli incassi è stata mediamente pari a 207 mila euro per ciascun ente comunale italiano: si va dai 536 mila euro della Toscana ai 35 mila euro del Trentino-Alto Adige. Quasi il 70% dei minori introiti tributari, pari a 1.119 milioni di euro, sono attribuibili alla mancata riscossione dell’imposta unica comunale (IUC). “È ipotizzabile – spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – che, nel prossimo periodo, tra rinvio del pagamento dei tributi e difficoltà di pagamento per imprese e lavoratori, si consolidi uno scenario di progressiva perdita di liquidità per gli enti locali che potrebbe costringere molti amministratori comunali al taglio dei servizi o, peggio ancora, alla dichiarazione del dissesto finanziario. Le misure previste finora nel decreto Rilancio sono necessarie ma insufficienti. Numerosi Comuni rischiano il dissesto”. Ben 684 milioni di mancati incassi tributari, pari al 41,7% dell’ammontare complessivo rilevato, riguardano l’imposta municipale propria (IMU). A seguire la tassa sui rifiuti (TARI) che ha generato un minor gettito per le casse comunali pari a oltre 429 milioni di euro (26,2%) e l’addizionale Irpef con minori introiti per 328 milioni di euro (20,1%). E, ancora, una contrazione delle entrate tributarie è stata registrata con la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (- 92 milioni di euro), con l’imposta comunale sulla pubblicità (- 63 milioni di euro), con l’imposta di soggiorno (- 37 milioni di euro) e, infine, con il tributo per i servizi indivisibili (- 5 milioni di euro). In particolare, sul podio delle casse più “prosciugate” si posizionano i Comuni di tre realtà regionali: Toscana, Emilia-Romagna e Puglia. Ad aver subito minori contraccolpi i Comuni del Trentino-Alto Adige con una flessione degli incassi tributari pari mediamente a poco meno di 35 mila euro per ente locale (-43,9%) quantificabile in quasi 10 milioni di euro. Poi il Molise con una riduzione media per Comune di quasi 46 mila euro (-58,6%) pari a oltre 6 milioni di euro e il Friuli Venezia Giulia le cui mancate risorse finanziarie ammontano mediamente a quasi 47 mila euro per Comune (-37,1%) pari a oltre 10 milioni di euro in valore assoluto.

Sono 100 i Paesi del mondo che chiedono di indagare sull’origine del Coronavirus. Intanto ieri il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che la Cina donerà 2 miliardi di dollari all’Organizzazione Mondiale della Sanità per combattere il virus e che, se Pechino dovesse trovare un vaccino contro il Covid-19, diventerebbe “un bene pubblico mondiale”. La Cina si difende da ogni accusa, mentre 100 paesi chiedono un’inchiesta sull’origine del virus. Pechino frena e auspica che venga avviata dopo la fine dell’emergenza, gli Usa invece tornano ad attaccare l’Oms chiedendo indagini sull’organizzazione.

Ieri l’Italia è entrata nel vivo della Fase 2. Hanno riaperto i battenti negozi, ristoranti, bar, parrucchieri ed estetisti. Porte aperte anche nelle chiese, dove si sono celebrate le messe. Le città si sono rianimate ed è tornato il traffico, ma si è vista anche più gente sui mezzi pubblici. Dal 15 giugno via anche ai centri estivi. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio vuole riportare i turisti in Italia. In un vertice dell’Unione europea dedicato al turismo Di Maio ha assicurato che dal 3 giugno l’Italia ripartirà a 360 gradi. Ci si potrà muovere tra regioni e si sarà pronti ad accogliere in sicurezza i cittadini europei che vorranno fare le vacanze nel nostro Paese. Ma niente “black list” tra i Paesi europei; fredda risposta di Berlino: “Bisognerà parlare”, mentre è comune il No ad accordi bilaterali tra Paesi.

Berlino e Parigi propongono un piano di ricostruzione per l’Europa dopo la crisi da 500 miliardi di euro. Lo scrive la Dpa, anticipando l’esito della videoconferenza fra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron.Il Recovery fund deve dare un contributo decisivo perché l’Europa “esca rafforzata e solidale dalla crisi del coronavirus”. Lo ha detto Angela Merkel a Berlino. Germania e Francia sono d’accordo “su un piano temporaneo da 500 miliardi di euro che vengano dalle spese del bilancio dell’Ue, quindi non prestiti, a disposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia”, ha detto Merkel dopo il vertice in videoconferenza con Emmanuel Macron.

“Quanto appena dichiarato da Macron e da Merkel rappresenta un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall’inizio auspicata dall’Italia per una risposta comune ambiziosa alla pandemia. Una dimensione di 500 miliardi di euro di soli trasferimenti è senz’altro un buon punto di partenza, ed è comunque una dotazione di sussidi che si avvicina a quanto richiesto di recente dall’Italia e da altri partner. Da questa somma si può partire per rendere ancora più consistente il Recovery Fund, nel quadro del budget europeo”. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Coronavirus: 99 morti in 24 ore, il minimo dal lockdown in Italia. È l’incremento più basso in un giorno dall’inizio del lockdown dell’11 marzo. In totale i morti salgono così a 32.007. Domenica l’aumento era stato di 145 vittime. I contagi nel Paese sono 225.886, 451 più di ieri. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. Quattro regioni hanno zero contagi: Umbria, Sardegna, Calabria e Basilicata. Sono saliti a 127.326 i guariti e i dimessi per il Coronavirus in Italia. 749 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.