Coronavirus Abruzzo, aggiornamenti di mercoledì 11 marzo: positivi saliti a 74. Ipotesi contagi da Città S. Angelo a Penne. Il Governo lascia aperti solo alimentari e farmacie

Coronavirus Abruzzo, tutti gli aggiornamenti di mercoledì 11 marzo. Escalation dei contagi saliti a 74, non 75, per un conteggio errato, precisa la Regione ma c’è anche il primo dimesso, intervistato dal Tg8. Si lavora per cercare il paziente-uno dell’ospedale di Penne, ipotesi asintomatico da Città Sant’Angelo. Negativo il tampone del governatore Marsilio. Chiusa la Sevel. Un positivo in Procura, a Pescara. Il Governo lascia aperti solo alimentari e farmacie.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

 

Ore 22.00 – L’annuncio di Conte:  il Governo chiude anche tutti i negozi (esclusi alimentari e farmacie)

Ore 21,20 – Per violazione decreto 15 denunce nel teramano, anche 3 ciclisti 

Ore 19,58Vasto, finita quarantena per 44 studenti. Due pazienti dimessi da Chieti

Ore 19.32 – Altoparlanti per Pescara con voce sindaco: “Restate a casa”

Ore 19.06 – 19 denunciati per violazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Ore 18.50 – Sono 74 e non 75 i casi positivi, lo precisa il Servizio Tutela e Prevenzione Salute della Regione Abruzzo

Ore 18.00Denunciati in 7 per assembramento a Vasto

Ore 17.45 – Assessore Verì: “Contagi in aumento in Abruzzo, serve responsabilità”

Ore 17.06 – Sindaco Ortona chiude negozi e pubblici esercizi, tranne alimentari e farmacie

Ore 16.12 Funzionario Giunta Abruzzo positivo al test

Ore 15.37 Comune Penne scrive a Brioni, rispettare DPCM

Ore15.31  – Nessun reparto chiuso a Lanciano, donna positiva a test trasferita a Chieti

Ore 15.30 – Misericordia Pescara lancia allarme mascherine

Ore 15.18 – Primo caso positivo a Castel di Sangro

Ore 15.00 – Controlli in strada della Polizia locale a Silvi

Ore14.38 – 5 mascherine e un gel disinfettante a 149 euro in parafarmacia Pescara

Ore 14.00 – Caso positivo alla Procura di Pescara, grande apprensione

Ore 13,10I sindaci abruzzesi moltiplicano gli appelli sui social, soprattutto rivolti ai giovani

Ore 13.05A L’Aquila università e scuole impegnate con la teledidattica

Ore 13.00 – A Teramo la CCIAA impone lo stop al denaro contante

Ore 12.45Funziona il farmaco per l’artrite sperimentato a Napoli, sarà estubato un malato

Ore 12.29Il bollettino medico della ASL di Teramo 

Ore 12.24San Giovanni Teatino, al tg8 il primo paziente abruzzese guarito: “Grazie ai medici!”

Ore 11.25 – SAGA: rischio chiusura per l’aeroporto

Ore 11,00L’appello del soccorso alpino e speleologico: “La montagna non scappa, restate a casa”

Ore 10.20Deciso il fermo temporaneo della Sevel

Ore 9.25In Abruzzo 21 nuovi casi, il totale dei positivi sale a 75

Ore 8.15Per il presidente Marsilio tampone negativo

Ore 7.20 -Coronavirus Abruzzo: i medici chiedono i dispositivi di protezione individuali

Ore 7.00 – Coronavirus: in Abruzzo anche giovani in terapia intensiva. Si cerca il paziente-uno per il contagio a Penne, ipotesi asintomatico da Città S.Angelo

 

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IL SERVIZIO DEL TG8:

 

 

LE NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO – (ANSA)

Bar, ristoranti, mense e negozi chiusi. Garantiti approvvigionamento alimentare, farmacie, servizi essenziali (banche, poste, assicurazioni) e trasporti. Fabbriche aperte ma con misure di sicurezza. Una nuova stretta arriva su tutta l’Italia fino al 25 marzo, con l’obiettivo di fermare il contagio: “rinunce”, annunciate dal premier Giuseppe Conte, che “stanno dando un grande contributo al Paese” nella lotta al coronavirus e che faranno sì che l’Italia “ce la farà”.

E’ arrivato a tarda serata il nuovo provvedimento del presidente del Consiglio che raccoglie le istanze di misure più dure, avanzate in primo luogo dalla Lombardia, ma fatte proprie dalle regioni più colpite, tanto che il governatore del Veneto, Luca Zaia a caldo dice: “chiederò ai veneti rigore sulle nuove misure, ma non ci sono alternative”. “Ha prevalso il buonsenso”, gli fa eco il collega lombardo, Attilio Fontana, mentre Matteo Salvini si dice “soddisfatto da italiano”.

D’altra parte i dati non lasciano margine: duemila malati in più in un solo giorno (ma inclusi i 600 che la Lombardia non aveva comunicato martedì per un ritardo nei risultati dei test), stanno a testimoniare che la curva di crescita del coronavirus non si arresta ancora e ora cominciano a chiudere anche i simboli del Paese come gli stabilimenti della Fca a Melfi, Cassino e Pomigliano o la moda I numeri, d’altronde, da giorni confermano che la situazione è seria: ad oggi sono 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1.028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. I guariti, invece, sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1.045 su 12.462.

“Abbiamo dei numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi” ha detto il commissario Angelo Borrelli spiegando il perché di una crescita che, finora, non si era mai registrata. Che però si sia ancora ben lontani dal picco lo conferma il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza. “I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio – ha detto – Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo”.

Previsioni che sono condivise dal Premier: “Per avere un riscontro effettivo” di tutte le misure varate, anche le ultime, “dovremo attendere un paio di settimane”, ha detto Conte. Una decisione che ha tenuto conto, sicuramente, della richiesta quasi disperata del governatore Fontana: “Non possiamo andare avanti con questi aumenti di contagi, non possiamo permettercelo, va esportato il modello Codogno alla Lombardia”. E l’assessore Gallera ha aggiunto: “il momento del crash non è lontano, gli ospedali non possono reggere all’infinito”. Sull’entità delle misure, e sul loro allargamento a tutta la penisola, si è aperto il confronto nell’esecutivo che deve tener conto delle diverse sensibilità al suo interno. Al Pd che era orientato all’inasprimento delle misure in tutta Italia, si era sovrapposto Iv chiedendo di prendere con calma una decisione univoca ma definitiva. “Non si può chiudere tutto – aveva invece apertamente detto il vice ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni – alcune attività vanno limitate”. E’ toccato a Conte mediare tra le diverse posizioni, valutando tutte le richieste: “ma invito tutti coloro che partecipano al dibattito pubblico a procedere con grande attenzione e senso di responsabilità – aveva detto il premier prima di varare il Dpcm – Non affidiamoci a scelte emotive, non vorrei che si iniziasse a chiedere misure restrittive e un domani il Paese si dovesse svegliare e accorgersi che si è concentrato su un obiettivo prioritario, la salute, ma si sono tralasciati altri interessi Costituzionali, primo tra tutti il lavoro.

C’è poi un problema più tecnico: in caso di provvedimento nazionale, andrebbero elencate tutte le attività che possono restare aperte o meno, per evitare ulteriori confusioni in un momento già difficile per gli italiani”. Ai cittadini che si chiedono ancora come comportarsi nel quotidiano, “il consiglio è sempre lo stesso: uscire per lo stretto necessario e indispensabile”, ripete Borrelli, sottolineando che anche chi si muove a piedi “deve portare l’autocertificazione”.

Quanto ai luoghi di lavoro (si incentiva ulteriormente il lavoro agile e le ferie), l’unica vera misura di sicurezza è la distanza di un metro. Nel caso non sia possibile rispettarla “vanno utilizzate le mascherine chirurgiche”. E proprio per rafforzare la filiera della distribuzione degli strumenti sanitari arriverà da Conte la nomina di un commissario delegato, Domenico Arcuri, Ad di Invitalia: “avrà ampi poteri di deroga, lavorerà per rafforzare soprattutto la produzione, la distribuzione di attrezzature per terapia intensiva e sub intensiva. Avrà anche il potere di creare e impiantare nuovi stabilimenti per la produzione di queste attrezzature e sopperire alle carenze sin qui riscontrate. Il commissario sarà Arcuri che si coordinerà con il dottor Borrelli che sta facendo un incredibile lavoro”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.