Chieti: due imputati per la morte della donna in un’esplosione

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Sono due le persone rinviate a giudizio per la morte di Rita Del Ponte, deceduta a Chieti in un’esplosione causata da una fuga di gas.

L’episodio risale al 24 novembre del 2013, quando la donna perse la vita nella villetta di contrada San Salvatore in cui viveva con la figlia.

 

Il gup del tribunale di Chieti, Luca De Ninis, ha dunque disposto oggi il rinvio a giudizio nei confronti di Giuseppe Serra e Francesco Esposito, accusati di omicidio colposo, incendio colposo e disastro colposo: Serra in quanto titolare dell’impresa, esecutore materiale e realizzatore dell’impianto termico-idrico-gas della casa; Esposito quale responsabile tecnico della ditta e cofirmatario insieme a Serra della dichiarazione di conformità dell’impianto realizzato che avrebbe provocato il crollo dell’intero immobile per colpa dovuta a negligenza e imperizia nell’esecuzione dell’opera.

Secondo l’accusa, Serra realizzò l’impianto a gas e le relative tubature non a regola d’arte, omettendo di realizzare una camiciatura che avrebbe dovuto isolare le tubazioni una volta messe sottoterra. Da tale omissione è derivata per elettrolisi un’ossidazione galvanica che ha provocato la fuoriuscita del gas che ha riempito la stanza nella quale si trovava l’autoclave e dove una scintilla innestò l’esplosione.

Sempre secondo l’accusa, Serra non avrebbe mai dovuto rilasciare la certificazione di conformità proprio per la mancata realizzazione dell’impianto a regola d’arte. Nel corso delle indagini è stata effettuata una perizia, affidata in sede di incidente probatorio al maggiore Paride Minervini, affiancato da un altro perito, Mario Aversa.

La prima udienza del processo si terrà il 26 ottobre: sono costituiti parte civile la figlia, la mamma e il fratello della vittima.