Centri per l’impiego: “L’Abruzzo è all’anno zero”

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In attesa della partenza del reddito di cittadinanza, la CGIL Abruzzo denuncia lo stato dei centri per l’impiego “allo stremo”.

Nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza un importo di un miliardo di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 è destinato ai Centri per l’impiego al fine del loro potenziamento, ed un importo fino a 10 milioni è attribuito al finanziamento del contributo per il funzionamento dell’Anpal. E a decorrere dal 2019 le Regioni sono autorizzate ad assumere, con aumento della rispettiva dotazione organica, fino a complessive 4.000 unità di personale da destinare ai Centri per l’impiego. Si prevede ancora che l’Anpal riceverà la cifra di un milione di euro per assumere il personale già operante presso i Centri per l’impiego.

Con queste premesse la Cgil e la Fp Abruzzo fotografano una situazione regionale assai preoccupante. A tutt’oggi solo i lavoratori precari dei Centro per l’impiego dell’Aquila sono stati stabilizzati, grazie alla messa in pratica della norma da un ex dirigente della provincia dell’Aquila e alla tenacia dell’azione sindacale, mentre nei restanti territori provinciali gli altri lavoratori precari non sono in forze per scelte diverse che all’epoca, ricordano i segretari regionali Carmine Ranieri e Paola Puglielli “abbiamo fortemente contestato”.

La Cgil e la Fp Abruzzo esprimono “forte preoccupazione per la situazione dei Centri per l’impiego abruzzesi ormai allo stremo, per i servizi all’impiego, per i disoccupati della regione, per le politiche attive e per la sorte di tutti i lavoratori precari all’epoca rispediti a casa con notevole aggravio, oltre delle situazioni individuali, della tenuta dell’intero sistema delle politiche per il lavoro regionali”.

Tutto ciò premesso si ribadisce la richiesta dell’immediata attivazione di un tavolo tecnico regionale nel merito delle attività che ormai urgentemente vanno immaginate, programmate e definite, ovvero:
– una ricognizione di tutti i precari che godono, in modo totale o parziale, dei requisiti di stabilizzazione previsti dalla Riforma Madia;
– una ricognizione di tutti i residui di bilancio disponibili per garantire una copertura finanziaria per effettuare siffatte stabilizzazioni, anche prevedendo un cronoprogramma di assunzioni che tenga conto, per i prossimi anni, dei vincoli di spesa;
– una ricognizione del personale attualmente in forza alla Regione Abruzzo e sul suo prossimo pensionamento (indipendentemente dalla cosiddetta quota 100), in modo tale da programmare un turn over che tenga conto delle esigenze dei Centri per l’impiego abruzzesi;
– l’individuazione di un dirigente dedicato competente, qualificato e con esperienza diretta della situazione in essere; infatti a tutt’oggi il dipartimento per lo sviluppo economico non ha in organico alcuna figura deputata allo svolgimento di siffatto compito;
– la pubblicazione di un bando di stabilizzazione diretta, dotato di requisiti oggettivi che al contempo tutelino le esperienze maturate nel corso degli anni dai precari interessati. Ad esempio si potrebbe prevedere un punteggio di merito maggiore per coloro che hanno stipulato in passato un contratto a tempo determinato con la Provincia di riferimento, in coerenza con quanto previsto dalla riforma Madia;
– una convenzione con Anpal ed eventuali Comuni per la gestione logistica e strutturale delle nuove politiche attive del lavoro.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.