Bussi: processo d’appello, le richieste del PG Como

Discarica di Bussi: il processo d’Appello a L’Aquila oggi al primo passaggio importante. In aula le richieste del Pg Romolo Como nei confronti degli uomini-Montedison.

Il Procuratore Generale della Corte d’Appello de L’Aquila al termine della requisitoria pronunciata nell’ambito del processo in Corte d’Assise d’Appello relativo alla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino della Montedison, vista “la gravità delle condotte”, ha chiesto la conferma delle pene formulate dal pubblico ministero nel processo di primo grado. Le condanne per l’accusa sono di disastro ambientale e avvelenamento dell’acqua. Per 18 dei 19 imputati variano da un massimo di 12 anni e 8 mesi a 4 anni. Confermata l’assoluzione per Maurizio Piazzardi, sul quale già il pm aveva chiesto il proscioglimento. “La gravità delle condotte perpetrate per anni – ha detto il pg prima di formulare le richieste – non consentono la sussistenza delle attenuanti generiche”, tutto ciò nonostante gli imputati siano incensurati. La condanna più grave, 12 anni e 8 mesi di carcere, è stata chiesta nei confronti di Carlo Cogliati, amministratore delegato pro tempore di Ausimont. Dodici anni sono stati chiesti per Guido Angiolini, amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003, e per Luigi Guarracino. E ancora, fra le pene più alte, 11 anni chiesti per Leonardo Capogrosso, coordinatore dei responsabili dei servizi Pas degli stabilimenti facenti capo alla Montedison-Ausimont di Milano; Salvatore Boncoraglio, responsabile protezione ambientale e sicurezza della sede centrale di Milano; Carlo Vassallo, direttore dello stabilimento di Bussi dal 1992 al 1997; Nazzareno Santini, direttore dello stabilimento dal 1985 al 1992; Maurizio Aguggia e Giuseppe Quaglia. Le altre richieste di condanna sono: 10 anni e 4 mesi per Camillo Di Paolo, Vincenzo Santamato, Giancarlo Morelli, Angelo Domenico Alleva e Mauro Molinari. Chiesti 7 anni per Luigi Furlani, Alessandro Masotti e Bruno Parodi. Le richieste di condanna riguardano 18 dei 19 imputati. Anche i procuratori generali hanno chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Maurizio Piazzardi, mentre per Nicola Sabatini l’accusa ha chiesto 4 anni per il disastro ambientale e l’assoluzione per l’avvelenamento dell’acqua.

LA CRONACA LIVE DELL’UDIENZA

Aggiornamento ore 12.00 – “Si registra la mancanza di una seria perizia super partes di esperti a livello internazionali che avrebbe permesso di superare la varietà di consulenze tecniche di accusa e difesa e facilitato il compito dei giudici”. E’ uno dei passaggi della requisitoria del procuratore generale Romolo Como Questa affermazione potrebbe sfociare nella richiesta di una perizia da parte dei procuratori generali. Dopo Como, è prevista la requisitoria dell’altro Pg Domenico Castellani.

Aggiornamento ore 14.15-  L’udienza è stata aggiornata alle ore 14,30 ma in un’altra sede: dall’aula magna del Tribunale dell’Aquila a quella, più piccola, della vicina Corte d’Appello. La decisione è stata presa “perché in questa aula fa freddo” e, come hanno fatto notare in molti, l’acustica non è delle migliori. A quel punto visto che per completare la requisitoria del Pg Domenico Castellani manca ancora del tempo, il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, ha disposto il trasferimento dell’udienza. Secondo quanto si è appreso, sono previste le richieste di pena. La sentenza è fissata per il 31 gennaio, dopo un fitto calendario di udienze.

Aggiornamento ore 14,30

“Si registra la mancanza di una seria perizia super partes di esperti a livello internazionale che avrebbe permesso di superare la varieta’ di consulenze tecniche di accusa e difesa e facilitato il compito dei giudici”. E’ uno dei passaggi della requisitoria del procuratore generale Romolo Como, con cui stamani e’ ripreso il processo in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila relativo alla mega discarica dei veleni industriali di Bussi sul Tirino definita come la piu’ grande discarica inquinata d’Europa. L’affermazione di Como potrebbe sfociare nella richiesta di una perizia di parte. In Corte d’Appello a Chieti, il 19 dicembre del 2014, i 19 imputati, tutti dirigenti ed ex dirigenti delle societa’ che nel corso degli anni hanno gestito il polo chimico dell’Alta Vale Pescara erano stati assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto. Il rinvio degli atti alla Corte aquilana era stato deciso lo scorso marzo dalla Cassazione che aveva convertito in appello tutti i ricorsi presentati direttamente alla Suprema Corte dai pm di Pescara Anna Maria Mantini e Giuseppe Bellelli. In quanto al verdetto pieno di assoluzione “perche’ il fatto non sussiste”, Como ha contestato “il forte valore simbolico dell’assoluzione con formula piena degli imputati a negare la sussistenza di un fatto reale legato all’avvelenamento delle acque destinate all’alimentazione”. L’indagine della Procura di Pescara sulla mega discarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un’area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino. Secondo le indagini, dagli anni ’60 agli anni ’90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti. Il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, d’intesa con le parti, ha fissato un fitto calendario di udienze: la sentenza e’ prevista il 31 gennaio. Il calendario prevede udienze il 16 per le parti civili, nei giorni 17, 19, 25, 26 e 30 per le difese, infine il 31 eventuali repliche, se nel giorno precedente non si fossero ultimate, e la Camera di Consiglio con la sentenza.

IL PROCESSO D’APPELLO

INIZIATO LO SCORSO 19 DICEMBRE (CLICCA QUI  PER LA CRONACA DELLA PRIMA UDIENZA), da oggi è nel vivo il processo d’appello a L’Aquila per lo scandalo della megadiscarica di Bussi.

Il Procuratore Generale Romolo Como, assieme al collega Domenico Castellani, dopo la requisitoria formalizzerà le richieste dell’accusa nei confronti dei 19 imputati. Il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, d’intesa con le parti, ha fissato un fitto calendario di udienze: la sentenza è prevista il 31 gennaio. Il calendario prevede udienze il 16 per le parti civili, nei giorni 17, 19, 25, 26 e 30 per le difese, infine il 31 eventuali repliche, se nel giorno precedente non si fossero ultimate, e la Camera di Consiglio con la sentenza. Il collegio si è riservato la data del 23 gennaio per un eventuale completamento della discussione delle parti che non abbiano potuto svolgere l’intervento. Tutte le udienze si svolgono a porte chiuse.

IL LUNGO ITER PROCESSUALE -A questa fase del procedimento all’Aquila si è arrivati dopo il pronunciamento dello scorso marzo da parte della Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d’Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto.

L’INCHIESTA – L’indagine della Procura di Pescara sulla mega discarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un’area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino. L’area, definita subito come la più grande discarica inquinata d’Europa, viene posta sotto sequestro. Dagli anni ’60 agli anni ’90, secondo i risultati dell’indagine, sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.