CRESA: L’Abruzzo sta ripartendo

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Primo semestre 2017 con soli segni “più” nel settore manifatturiero. Dal rapporto Cresa emerge l’identikit di una Regione che ha agganciato la ripresa e ora deve consolidarla.

Pubblicati ed illustrati stamani i risultati della congiuntura manifatturiera del I semestre 2017 è il primo punto di approdo della collaborazione tra Confindustria Abruzzo e CRESA sancita dall’accordo firmato lo scorso luglio. Tutte positive le variazioni percentuali rispetto al I semestre 2016: PRODUZIONE +0,7%    FATTURATO +0,7%    EXPORT +0,3%    OCCUPAZIONE +0,1%

Il sistema manifatturiero risulta in fase lievemente crescente, con risultati sul mercato interno migliori di quelli esteri e aumenti tendenziali assai più contenuti di quelli congiunturali. Deboli sono gli incrementi su base annua, con diffuse variazioni positive ma inferiori all’1%. La produzione, a fronte di una aumento medio nazionale del +2,2%, si ferma ad un +0,7%. Moderatamente positivo, tranne che sotto il profilo dell’occupazione, il clima di opinione riguardo l’andamento nella seconda metà dell’anno dei principali indicatori.

L’intervista oggetto dello studio, rivolta a 196 aziende manifatturiere con almeno 10 addetti, è stata realizzata dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo e i dati sono stati elaborati e commentati dal CRESA

“Il sistema manifatturiero mostra di essere in fase lievemente crescente, – osserva il Presidente del CRESA Roberto Di Vincenzo – con risultati sul mercato interno migliori di quelli sull’estero e incrementi su base annua assai più contenuti di quelli su base semestrale”.

 

“Il focus su Industria 4.0, – afferma il Presidente di Confindustria Abruzzo Agostino Ballone – dimostra che molto bisogna ancora fare anche nella nostra regione su questo campo. Sul tema, ad esempio, Confindustria Abruzzo è impegnata nella creazione del Digital Innovation Hub per il quale, al fine di fornire al sistema delle imprese i giusti supporti tecnici, ha già avviato il percorso costitutivo”.

 

Silvano Pagliuca, consigliere Incaricato Centro Studi Confindustria Abruzzo, sottolinea, alla luce della recente indagine, come sia confermata l’esigenza irrinunciabile, al fine di essere più competitivi, di avviare un processo di digital transformation delle nostre imprese e della Pubblica Amministrazione. “È necessaria dunque -continua Pagliuca- una rivoluzione culturale vera che sappia produrre cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali”.

Per quanto riguarda i dati, deboli sono i segni di crescita tendenziale con diffuse variazioni positive ma inferiori all’1% (fatturato: 0,7%; export: 0,3%; ordini interni: 0,9%; ordini esteri: 0,4%; occupazione: 0,1%). Riguardo la produzione, in particolare, a fronte di una aumento a livello medio nazionale del +2,2%, l’Abruzzo resta fermo ad un +0,7%.
Migliore l’andamento congiunturale con incrementi di produzione e fatturato totale intorno al 3%, degli ordini interni del 2,4%, dell’occupazione dell’1,2%, del fatturato estero e delle commesse internazionali dello 0,7%.
Relativamente alla dimensione d’impresa, non si può non rimarcare innanzitutto l’incremento tendenziale dei livelli occupazionali delle sole piccole imprese (+0,5%). Riguardo gli altri indicatori, se si escludono le contrazioni su base annua e semestrale del fatturato estero e delle commesse estere e la diminuzione congiunturale degli ordini interni, le industrie manifatturiere che hanno da 10 a 49 addetti mettono a segno nel complesso risultati positivi anche se inferiori alla media regionale.
Sono le medie imprese (50-249 addetti), grazie al traino delle chimico-farmaceutiche, a mettere a segno nel complesso i migliori risultati con una crescita strutturale di produzione, fatturato e ordini interni ampiamente superiore al 3%. Meno brillanti delle grandi aziende le performance sui mercati internazionali (export e ordini esteri). Qualche criticità riguarda l’andamento dell’occupazione, che su base semestrale aumenta meno che nelle altre classi dimensionali e su base annua riporta una contrazione sia pur di lieve entità (-0,1%).
Le grandi imprese (250 addetti e più) mettono a segno risultati positivi tra l’1% e il 3% su base semestrale e inferiori all’1% su base annua e confermano una capacità di competere sui mercati internazionali migliore delle piccole e medie industrie.
Sotto il profilo provinciale, si rileva che è Chieti a mostrare le migliori performance su base semestrale ed annua degli indicatori di competitività internazionale e dei livelli occupazionali (export e ordini esteri), Pescara le peggiori con un decremento dell’occupazione tendenziale del 2,6%. L’Aquila mantiene produzione, fatturato, export e ordini internazionali sostanzialmente invariati rispetto al I semestre 2016 e vede lievi contrazioni (-0,7%) delle commesse interne e dell’occupazione. Teramo mette a segno i migliori incrementi tendenziali di produzione, fatturato e ordini interni. Stazionari gli altri indicatori su base annua.
Il clima di opinione è sostanzialmente positivo con aspettative a sei mesi di incrementi che prevalgono sulle previsioni di contrazioni per produzione, fatturato e ordini e qualche perplessità per quanto riguarda l’occupazione.

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