Ricostruzione, altri 70 milioni di euro per nuovi progetti

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Ammonta a quasi 70 milioni di euro il 21° elenco di buoni contributo per la ricostruzione post-sisma pubblicato sul sito del Comune dell’Aquila.

L’elenco è composto da due sezioni: la prima riguarda la serie di interventi per i quali è possibile trasferire immediatamente il 46% del contributo ammesso; la seconda è composta invece dalle pratiche che hanno completato l’iter prescritto per l’ammissione del contributo, ma che ancora non hanno conseguito il titolo edilizio per l’effettiva cantierizzazione.

L’obiettivo – spiegano dall’assessorato alla Ricostruzione – è sempre quello di mandare avanti le procedure affinché presto si trasformino in cantieri attivi e di specificare quanto ammesso a contributo luogo per luogo, proprio per rendere chiaro il quadro della situazione ed evitare notizie fuorvianti. Per quanto riguarda la prima sezione, delle 76 pratiche presenti, 38 riguardano il capoluogo e 38 le frazioni.

Per quanto riguarda la seconda sezione, su 20 pratiche inserite, 11 sono del capoluogo e le restanti 9 delle frazioni. Sono stati spesi a oggi per la ricostruzione privata quasi 5 miliardi di euro, ne restano da impiegare ancora 2 per la ricostruzione privata, una ricostruzione che pone L’Aquila fra le città più sicure del mondo e la più sicura d’Italia, grazie all’adeguamento agli standard di sicurezza per i palazzi da ristrutturare, norme approvate proprio dopo il sisma del 6 aprile 2009. Basti pensare che gli edifici che hanno subìto danni avevano un adeguamento del 2%, grazie alla ricostruzione si è passati al 60-70% di sicurezza sismica.

Intanto una ricostruzione a due velocità quella che emerge tra centro storico e frazioni, i motivi sempre gli stessi: i ritardi con cui i tecnici consegnano i progetti. Sono meno di 100 quelli che restano da consegnare per il centro storico: dunque entro la fine dell’anno tutti avranno ottenuto il finanziamento e potranno aprire i cantieri. Ancora al palo, invece, le frazioni. Per quanto riguarda le 13 prioritarie – cioè quelle più danneggiate messe in testa al cronoprogramma della ricostruzione – i termini per consegnare i progetti scadono a giugno, il paradosso è che i soldi ci sono, e i progetti no.