Tributi, L’Aquila paga la Tari più alta d’Abruzzo

I cittadini aquilani pagano la Tari più alta d’Abruzzo. Secondo i dati ministeriali è il capoluogo di regione quello che chiede di più ai suoi cittadini in termini di contributo per la tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani. Un nucleo familiare di tre persone, per fare un esempio, spende ogni anno 352 euro per la tassa sui rifiuti urbani, contro i 245 euro di Teramo, e i 246 di Pescara.

E’ l’effetto dei mancati introiti nelle casse locali dovuti alle centinaia di abitazioni ancora inagibili a causa del sisma, palazzi disabitati per i quali non viene pagato alcun tributo locale, mettendo così a dura prova il bilancio comunale che ha rischiato di andare in default. A salvare l’amministrazione è intervenuto il Governo che ha stanziato – dopo innumerevoli polemiche e “tira e molla” – 16 milioni di euro di fondi straordinari (un milione e passa è andato agli altri Comuni del cratere sismico per il medesimo motivo) a un passo dallo scioglimento del consiglio comunale per la mancata approvazione, appunto, del bilancio entro i termini di legge.

Scongiurato così l’ennesimo aumento che avrebbe portato la Tari alle stelle, resta, tuttavia, quello del 20% approvato in primavera per poter far fronte – tra le altre cose – anche al contratto che il Comune ha stipulato con l’Asm, la società che gestisce i rifiuti partecipata dall’ente. Contratto che pesa 14 milioni di euro all’anno, di cui – nonostante l’aumento del 20% della Tari – sarebbero mancati all’appello diversi milioni se il governo non fosse intervenuto. Intanto riesplode puntuale come a ogni estate, la polemica sulle bollette del progetto Case, ritenute da molti inquilini “sbagliate” perché conteggiate secondo il metodo del metro quadrato e non – come prevede la legge – al consumo.

Secondo l’avvocato Fausto Corti, già legale di molti cittadini che hanno deciso di fare ricorso contro il Comune per i maxi conguagli delle bollette che stanno arrivando in questi giorni, il Comune ha pagato e paga tuttora il consumo di gas anche degli alloggi vuoti dei Progetti Case con i soldi di tutti i contribuenti, costituendo un danno erariale di circa 300mila euro l’anno.