Omicidio Orlando, le due analogie con il caso Bucco. Sequestrata l’arma del delitto

Poco Foto coltello delittomeno di dieci ore di latitanza per Giovanni Raffaele Grieco, il buttafuori che ieri mattina ha accoltellato a morte davanti al suo laboratorio in Via Bruno Buozzi, il noto pasticciere pescarese Giandomenico Orlando. Dopo l’arresto, avvenuto a Pineto da parte dei carabinieri del posto, su indicazione dello stesso Grieco, gli agenti della Squadra Mobile di Pescara hanno rinvenuto l’arma del delitto, un coltello, in un cassonetto per la carta di fronte all’ufficio postale di Via Carducci, e la minicooper S di colore grigio, con la quale Grieco si é dato alla fuga, in Via Isonzo. Intanto la Procura ha affidato l’incarico per l’autopsia al medico legale Christian D’Ovidio, mentre si attende l’interrogatorio di garanzia del Gip di Teramo, interessato per competenza territoriale, visto che l’uomo é stato fermato a Pineto, prima che gli atti vengano rispediti a Pescara. Caso chiuso, dunque, nell’arco di una giornata a dir poco drammatica, ma a bocce ferme ci sono due elementi che stuzzicano gli inquirenti, ovvero due analogie con un altro omicidio, quello di Nicola Bucco avvenuto nel novembre del 2012. La prima, per ora solo un’inquietante coincidenza, rappresentata dal modus operandi, due coltellate all’arteria succlavia del collo, la seconda, la zona in cui sono accaduti i due tragici episodi, Orlando in Via Buozzi, Bucco in Via Leopardi, in linea d’aria non più di 200 metri, stesso quartiere, quello della Marina Nord, stesso contesto abitativo. Due elementi che, per stessa ammissione degli inquirenti, meritano di essere approfonditi anche se la figura di Grieco non é mai emersa nelle lunghe e complicate indagini per l’uccisione di Bucco, un omicidio che stringe, a distanza di quasi tre anni, nell’angoscia più totale i familiari che attendono impazienti giustizia.

Foto armia sequestrateQueste le altre armi sequestrate dlla Polizia di Pescara nell’abitazione di Giovanni Grieco.

Intanto emergono nuovi particolari sulle ruggini tra
la famiglia Orlando e quella del presunto omicida, Giovanni
Grieco, 41 anni da compiere, attualmente in carcere: nei suoi
confronti la polizia, nell’ambito di due procedimenti per precedenti aggressioni, aveva presentato alla Procura cinque informative in cui si ravvisava la necessità di una misura cautelare. Misura che, però, non è mai arrivata. Gli uomini della Mobile, diretti da Pierfrancesco Muriana, stanno continuando ad ascoltare famigliari della vittima e testimoni, anche per capire se vi siano liti o discussioni recenti tra il pasticciere – l’uomo avrebbe sempre avuto un atteggiamento protettivo nei confronti dei famigliari – e il presunto omicida. Episodi che potrebbero aver portato al gesto di ieri che, in base agli elementi in mano agli investigatori, ha l’aria di una spedizione decisa e pianificata. La vicenda tra le due famiglie risale al 2010, quando, per questioni condominiali, ci fu una discussione nella pasticceria, arrivò la polizia e la madre di Grieco, residente nell’appartamento sopra il locale, fu condannata. Un episodio che il figlio 41enne della donna non ha mai accettato e da cui sono iniziati i problemi: Grieco ce l’aveva con tutta la famiglia Orlando e per due volte ha aggredito il figlio del pasticciere. Due i procedimenti avviati nei suoi confronti, uno per un episodio dell’agosto 2013 e l’altro per un’aggressione del novembre 2014. Nell’ambito di tali procedimenti la polizia ha più volte richiesto misure cautelari, mai accolte. L’unico provvedimento è stato un ammonimento del questore. A conferma dell’indole violenta del 41enne, amante delle arti marziali e delle armi, ci sono anche altre aggressioni, tra cui un altro condomino, a cui ha rotto il setto nasale, una collega di lavoro ed uno straniero a suo dire responsabile di un furto. Per quanto riguarda l’arma del delitto di ieri – un tirapugni munito di lama rinvenuto in un cassonetto del centro di Pescara ancora sporco di sangue – la Polizia scientifica si occuperà de eseguire gli accertamenti e di comparare il Dna. Accertamenti verranno condotti anche sull’auto usata dal 41enne per fuggire.Tracce di sangue sono state trovate sulle scarpe di Grieco.

Sii il primo a commentare su "Omicidio Orlando, le due analogie con il caso Bucco. Sequestrata l’arma del delitto"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*