Incendio Notre-Dame: il gruppo Kering ( di cui fa parte la Brioni) dona 100 milioni per il restauro

Il buon cuore della moda. Subito donati 300 milioni di euro in aiuti immediati per la ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame a Parigi, 100 dei quali annunciati dal gruppo Kering di cui fa parte anche la Brioni di Penne.

I due colossi del lusso parigino (francese, globali) hanno risposto subito all’appello di Macron. François-Henri Pinault, chairman e CEO del gruppo Kering, ha subito annunciato che lui e il padre devolveranno 100 milioni al restauro che sarà lungo e costoso. Bernard Arnault, CEO LVMH, da parte sua ha donato 200 milioni.

L’idea è quella di partecipare alla ricostruzione totale del monumento, distrutto dalle fiamme in pochissime ore sotto lo sguardo del mondo intero. Come ha detto il presidente francese Macron: “Notre-Dame è la nostra storia, la nostra letteratura, parte della nostra psiche, il luogo di tutti i grandi eventi della nostra storia. Anche delle epidemie, guerre, liberazioni, l’epicentro delle nostre vite. Così, lo dico: la ricostruiremo insieme”.

Kering significa Gucci, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Saint Laurent, Boucheron, Brioni, Pomellato…

C’è, insomma, anche un pò di Abruzzo in questa gara di solidarietà scattata davvero a poche ore dal terribile rogo. 

Nei giorni scorsi, intanto, il Mise ha ospitato il tavolo di monitoraggio di Brioni, azienda di moda uomo nell’orbita del gruppo Kering ma con headquarters in Abruzzo, a proposito della situazione produttiva e occupazionale degli impianti di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova, tutti in provincia di Pescara, e dello stabilimento di Curno nella bergamasca. Al tavolo, presieduto dal vice capo di gabinetto Giorgio Sorial, hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, della Regione Lombardia, della Regione Abruzzo e le sigle sindacali.

Un incontro che è servito innanzitutto per fare il punto sull’andamento finanziario del 2018, che si è dimostrato stabile, e sul nuovo piano industriale, che prevede la diversificazione delle linee di abbigliamento in base alla fascia d’età dei clienti, in particolare quella più giovane. Tra le priorità strategiche del piano spiccano inoltre l’incremento della produttività e dell’export, con Cina e Russia in pole position, e il ruolo del marketing, volto a diffondere la qualità del made in Italy, e di un marchio che ne rappresenta l’eccellenza, quale è Brioni. I sindacati si sono però detti preoccupati, perché temono che non vengano abbastanza tutelati i lavoratori.